La filastrocca di Pinocchio: 25 – Il Pescecane
Testo di Gianni Rodari - Illustrazioni di Raul Verdini
Gli autori hanno pubblicato questo Pinocchio a puntate, tra il 1954 e il 1955, sul giornale per ragazzi "Pioniere". Questa divertente filastrocca non vuole essere altro che una fedele traduzione in immagini e poesia del famoso racconto collodiano. Una semplice interpretazione, un omaggio a Collodi (e in alcuni versi anche un omaggio al signor Bonaventura!).
"La filastrocca di Pinocchio" è disponibile in un volume di Einaudi Ragazzi
Leggiamo insieme: La Filastrocca di Pinocchio – Capitolo 25
Qui continua, aprite l’occhio,
l’avventura in cui Pinocchio
sfugge al rischio poco bello
di finire tamburello.
Mentre a nuoto in mezzo al mare
va Geppetto a ricercare
scorge là, sull’isoletta,
una piccola capretta.
Misteriosa caprettina
dalla luna blu turchina,
che vuoi dir col tuo belato
al monello sventurato?
“Presto, vola, o sei perduto,
il gran mostro ti ha veduto:
è in agguato da stamane
il tremendo Pescecane!”.
Quanta pena in quella voce!
Ma lo squalo è più veloce.
Più Pinocchio non gli scappa:
lo raggiunge e… se lo pappa.
Nero più del nero inchiostro
È lo stomaco del mostro,
dove un tonno tutt’intero
già si trova prigioniero.
“Sor Pinocchio, riverito!
“Anche lei fu digerito?
Su, vediamo se ci riesce
di sortir da questo pesce…
Ma lontano un lumino
Fioco ammicca al burattino…
“Chi sarà? Vado a vedere.
“Vada, io resto.
“Addio!
“Piacere.
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