C’era una volta un vecchio signore dalla lunga barba bianca, nessuno sapeva chi fosse ne da dove venisse, nessuno lo chiedeva.
Il vecchio signore passava, con il suo carretto, per paesi e città, bussava a tutte le porte chiedendo se, in quella casa, c’era qualcuno che avesse roba vecchia, rotta o inutile, da gettare via.
Alcuni uscivano dandogli vecchie scarpe o sedie spagliate o tavoli senza una gamba, ma il vecchio signore sorridendo diceva che non erano quelle le brutte e logore cose che egli voleva.
Allora ritornavano dentro e cercando bene bene trovavano altre cose che il vecchio signore con cura metteva nel suo carretto, dando in cambio a chi una treccia di filo magico a chi un ago che non pungeva e tanti altri strani arnesi che chiudevano i buchi, cucivano lacerazioni e rimontavano i cocci rotti.
Altri cercando di serbare qualcosa, con borbottii strani, rispondevano di non aver nulla di cui disfarsi.
Il vecchio signore dalla lunga barba bianca, a tutti, con un inchino diceva: “Ripasserò”.
Lungo il suo cammino il carretto si riempiva di sorrisi e sogni e si svuotava di lacrime, e i bambini, dalle mani di gioco gli chiedevano sempre: “Dove vai vecchio signore?
Cosa ti porta qui? Ma la domanda più frequente, dopo che il vecchio aveva narrato delle sue miglia, dei sogni dati e delle lacrime asciugate era: “Signore dove la butti la roba che raccogli?”
Allora il vecchio signore, stringendosi nelle spalle, rispondeva: “Tu non lo sai perchè oggi è un mio segreto, ma domani, se segiurai il solco che lasciano le ruote del mio carretto, saprai cosa ne ho fatto; e se avrai la pazienza di rovistare fra le cianfrusaglie che sempre restano, trovarai un tesoro, uno, ma sarà solo tuo.
Poi lentamente riprendeva i suoi passi, guardano la linea che ancora doveva percorre, con un sorriso la cambiava in un cerchio, perchè tante strade doveva ancora percorrere.