La cicala e la formica

La cicala, che l’estate
sol cantando avea passato,
si trovò in cattivo stato
quando giunser le gelate:
proprio senza un granellino,
senza un bruco o un moscerino.
Disse allora alla formica
sua vicina: “Forse tu puoi
trovar modo di prestarmi
qualche grano per sfamarmi!
Ritornato il tempo bello,
renderò, d’ogni granello,
interessi e capitale,
sull’onore di noi cicale”.
La formica, che i prestiti
poco stima, disse allora:
“Cicaletta, alla buon’ora,
quest’estate che facesti?
“IO? Cantai lungo la via,
dai passanti appluditissima..”
“Tu cantasti?! Felicissima,
ora balla, amica mia!”

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