Il drago a tre teste

Sanja Rotim

Il drago a tre testeTanto tempo fa c’era un paese i cui abitanti vivevano un periodo di paura e grande preoccupazione. Qualcuno li aveva informati che nelle colline che circondavano le loro abitazioni dimorava un drago a tre teste. Si diceva che, quando ruggiva, la terra tremava come se si trattasse di un terremoto vero e proprio. In più dalle sue tre bocche lanciava palle di fuoco appena qualcuno gli si avvicinava. Questo paese era avvolto nel mistero e nel terrore da quando era sparito il falegname. La moglie e i suoi due figli piccoli erano rimasti ad aspettare che tornasse a casa per tanti giorni. La sua sparizione era un fatto inspiegabile visto che era sempre stato molto attaccato alla sua famiglia. La gente insinuava che fosse stato ucciso dal drago oppure rapito dagli alieni.

La più spaventata di tutti forse era la principessa Alessandra. Aveva paura persino di uscire nel giardino della sua reggia. Il re, stanco e preoccupato per la situazione in cui era piombato il suo regno, decise di promulgare un bando in cui prometteva di dare in sposa sua figlia, la principessa Alessandra, a colui che fosse stato in grado di portare le spoglie del drago come prova della sua uccisione. In più a questa persona il re avrebbe regalato la metà del suo regno e dei suoi risparmi. La principessa Alessandra era amata da tutti e ammirata per la sua bellezza. Così tutti i giovani del paese decisero di tentare la fortuna e uccidere il drago. Si munirono di spade affilate e uno dopo l’altro cercarono di compiere questa impresa eroica. Ma non avevano il coraggio di avvicinarsi abbastanza al drago. Appena sentivano il suo ruggito, scappavano via di corsa. “Mi dispiace per la principessa, ma non voglio perdere la vita, è troppo rischioso”, commentavano così il loro fallimento.

In quel paese abitava anche un ragazzo di nome Ruggiero. Era bravo e educato, di corporatura esile. Suo padre faceva il pastore e lui lo aiutava sempre a portare al pascolo le pecore. Per questo motivo era sempre preso di mira dagli altri ragazzi. “Dove hai lasciato oggi le pecore?” lo prendevano in giro. Anche a Ruggiero come a tutti quanti piaceva molto la principessa Alessandra e decise che avrebbe tentato anche lui di eliminare il drago per poterla sposare. “Tu così magrolino vuoi sconfiggere il drago, ah, ah! Ti porti dietro anche le pecore? Pensi che la bella principessa sarebbe disposta a sposarti?” scherzavano gli altri ragazzi. Ma lui noncurante dei loro insulti decise di provare. Anche suo padre disapprovava. Aveva paura di perderlo, era troppo rischioso. “In fine dei conti posso sempre cambiare idea e tornare indietro come hanno fatto tutti gli altri” pensò.

Si munì di una spada e partì verso la collina da dove provenivano i ruggiti. Passando attraverso un bosco notò un lago strano con delle belle fanciulle vestite da principesse sedute sulla riva. “Ma io sono già passato di qua e non ho mai notato un lago “, disse a loro stupito. “Infatti, è la prima volta che siamo qui. Questo è il Lago delle Fate. Noi ci spostiamo in continuazione. Dove sei diretto?” gli chiesero le fate incuriosite. Così raccontò tutta la storia cercando di farsi coraggio. “Noi ti possiamo aiutare”, disse una delle fate. “E come? Avete qualche arma più potente di questa spada?” chiese speranzoso. “Sì. Ma devi lasciare qui la spada. Non ti servirà.”

“E quale è quest’arma?” “La gentilezza” La gentilezza?”, pensava di non aver sentito bene. “Sì, hai sentito bene, la gentilezza. Le cose non sono sempre come sembrano, ricordatelo”. Ruggiero confuso proseguì per la sua strada. Si girò, ma con stupore notò che non c’era più traccia di quel lago. “Forse mi sono inventato tutto”, pensò, “però non ho più in mano la mia spada.” Proseguì ripetendosi a voce alta le parole delle fate: “Lo sconfiggerai con la gentilezza. Le cose non sono sempre come sembrano”. Impaurito e pensieroso si avvicinò al drago. Era ancora abbastanza distante per poter fuggire in tempo. Il drago iniziò a ruggire e Ruggiero a tremare di paura. Si ripeteva in continuazione le parole delle fate. Si avvicinò ancora di più. Il drago era proprio spaventoso con quelle tre teste. Ma quegli occhi, gli sembrò di averli già visti da qualche parte.

“Ruggiero, sei tu?” gli chiese il drago. Ruggiero sobbalzò per lo stupore. “Tu mi conosci?” chiese incredulo. Ma subito dopo anche lui riconobbe quegli occhi. Erano del falegname del paese! “Signor Massimo, è lei?” chiese sbigottito. “Sì, ragazzo. Nessuno prima di te ha avuto il coraggio di avvicinarsi a me”. “Ma come è possibile che si è trasformato in questa orrenda creatura di cui tutti abbiamo paura?” fu curioso di sapere. “Ti racconterò tutto. Dimmi prima come stanno mia moglie e i miei figli” “Aspettano con impazienza il suo ritorno, signor Massimo”. Preferì non dire che piangevano tutti i giorni. “Mi sa che non tornerò mai”, disse tristemente. Una strega mi ha fatto un incantesimo. Non sapevo fosse una strega, pensavo semplicemente che fosse una signora anziana. Si era presentata in falegnameria e mi aveva chiesto di farle con urgenza una bacchetta. Le ho detto che l’avrei fatta appena finito il lavoro che stavo facendo in quel momento. Ma lei si infuriò. Così mi ha trasformato in questo drago a tre teste e detto che l’incantesimo si scioglierà nel momento in cui un’altra persona deliberatamente prenderà il mio posto. Ma chi vuoi che lo faccia? Rimarrò un drago a tre teste per l’eternità”, disse rassegnato. “Sono contento che almeno oggi ho potuto parlare con te. Quando piango mi escono questi ruggiti, non lo faccio apposta.” Ruggiero gli raccontò della situazione in paese e della promessa del re. Poi, pensando alla moglie e i bambini piccoli del falegname disse: “Signor Massimo, prenderò io il suo posto. Lei deve tornare a casa”.

In quello stesso istante le spoglie del drago a tre teste miracolosamente si trovarono in terra e Ruggiero si trovò davanti il falegname che iniziò a ringraziarlo mille volte. Gli disse che non era giusto perché lui era un ragazzo giovane, aveva tutta la vita davanti. Non avrebbe mai potuto ringraziarlo abbastanza. Aspettarono insieme la trasformazione del ragazzo, ma questa non avvenne. Aspettarono e aspettarono. Non sapevano che chi era passato per il Lago delle Fate rimaneva a vita immune agli incantesimi. Si convinsero che c’era qualcosa che non andava nella profezia della strega e felici ritornarono a casa trascinando le spoglie del drago.

Così Ruggiero sposò la principessa Alessandra che si innamorò subito della sua dolcezza e simpatia e il falegname tornò a casa. La gioia di tutti era immensa. Raccontarono che Ruggiero aveva ammazzato il drago che aveva preso in ostaggio il falegname. Gli altri giovanotti si vergognarono per come avevano trattato prima questo eroe. Nel paese tornò la serenità che regnava prima. Alla domanda con quale arma aveva sconfitto il drago Ruggiero rispondeva: “Con la gentilezza”. La vecchia strega si strappò i cappelli di rabbia. “È tutta colpa di quelle dannate fate”. E morì di rabbia.

 

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