Il grande pino

Giovanna Mangone

Il grande pinoMoltissimi anni fa, in una landa desolata della Finlandia, viveva un bellissimo bambino di nome Nathan. Nathan abitava con i suoi genitori, in una vecchia casa di legno piccola e dignitosa, sparsa in mezzo a immense foreste. Poco lontano si stendeva a perdita d’occhio una grandissima distesa pianeggiante rivestita da un morbido tappeto di muschio e, più lontano ancora, scorreva un maestoso fiume, dalle acque limpide e impetuose durante la bella stagione, coperto di neve e di ghiaccio durante l’inverno.

Il padre di Nathan era un famoso cacciatore, molto conosciuto e apprezzato dalla gente del posto; le pellicce di volpi, d’orsi, di lince, di lontre e d’ermellini che
portava al mercato erano le più belle che si fossero mai viste. Durante la stagione invernale, nonostante il freddo pungente e la neve, il piccolo Nathan si allontanava spesso da casa per andare a giocare con i suoi inseparabili amici scoiattoli.

In una notte di freddo e di gelo, il papà cacciatore decise di uscire con la sua slitta di legno per avventurarsi nella folta boscaglia. “Papà, quando arriva il Natale?” domandò, Nathan. “Arriverà presto bambino mio, non essere impaziente!” rispose il papà, con un dolce sorriso. “Perché non devo essere impaziente?” “Perché ogni giorno è speciale, piccolo mio, proprio come il Natale. Ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo è Natale. Ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano è Natale. Ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro è Natale. Il Natale è nella nostra umanità; non dimenticare mai queste mie parole”.

“Non le dimenticherò mai papà, stai tranquillo!” sussurrò il bambino commosso. “Bravo, figliolo mio! Dimmi un po’, vuoi venire a spasso con me?” “A spasso?” esclamò meravigliato Nathan, mentre si guardava intorno. “Ma è notte, non si vede nulla! Se l’orso mi mangia? Se il ghiaccio sul fiume si spacca? Se affondiamo i piedi nella neve e cadiamo?”. “Beh!, Credo che cadremo in un mucchio di… se!” gli rispose il papà ridendo, mentre gli infilava un pesante pellicciotto col cappuccio, gli stivali imbottiti e i guanti di pelo di volpe. Anche la mamma di Nathan si coprì con una grande pelliccia. Quella notte il freddo era insopportabile: c’erano trenta gradi sotto zero! La neve era tanta e bellissima e regalava uno spettacolo magico.

La neve era così alta che aveva bloccato la porta e raggiungeva il davanzale delle finestre del secondo piano e così per uscire di casa uscirono dalla finestra. Il papà di Nathan attaccò i cani alla slitta e partirono a tutta velocità. Nonostante il freddo polare, era una notte chiara, ma nel cielo non c’erano né luna né stelle. Dovete sapere che in Finlandia, la notte polare dura così a lungo che non è buia come le nostre notti.

“Dove andiamo? chiese spaurito il piccolo Nathan, stringendosi alla mamma. Il cacciatore pronto rispose: “Andiamo al grande pino, vedrai che bello!”. La slitta correva, sembrava volare, trascinata da dodici cani che sfrecciavano come il vento. Passarono prima sopra il fiume gelato, poi risalirono la collina fino in cima e ridiscesero lungo il pendio, Infine attraversarono un’immensa pianura bianca dove si fermarono davanti a un maestoso e altissimo albero inghirlandato di neve e di ghiaccioli. Era il grande pino.

Nathan restò stupefatto dalla bellezza di quell’arbusto. Sembrava d’argento nella notte chiara. Fu allora che successe un miracolo: tutte le frange, i merletti, i
veli di neve e di ghiaccio appesi ai rami incominciarono a luccicare. Comparivano bagliori, scintille di diamante e vere stelle d’oro. Nathan provò un senso di meraviglia e di gioia, gli mancava quasi il respiro. Guardava quello spettacolo di luci, con gli occhi spalancati, stupiti da quei preziosi ornamenti.

Dalla bocca gli uscì un wow lunghissimo e prolungato quando quel meraviglioso albero sembrò coprirsi d’oro, di seta cangiante, di perle, di smeraldi e di rubini. Luci verdi, gialle, rosse, viola, ora incandescenti, ora abbaglianti s’accendevano fra i rami e una splendida stella con una coda lunghissima cadde giù dal cielo posandosi delicatamente sulla cima dell’albero incantato. Soltanto il piccolo Nathan si accorse che il cielo inaspettatamente diventava rosso fuoco all’orizzonte, verde chiaro sulla collina e giallo-arancione sopra il fiume. Lunghe frange, color dell’arcobaleno, scendevano dalle nubi e tingevano la neve tutt’intorno creando uno spettacolo da togliere il fiato.

“Che cos’è?” chiese Nathan al papà. Il fanciullo non aspettò neppure la risposta e gridò: “Io lo so, io lo so! È venuto mago Merlino, e con la sua magia ha dipinto il cielo, poi ha lasciato cadere un po’ di colore dappertutto, dopo ha litigato con fata Morgana che le ha portato via i suoi tesori e li ha appesi sui rami del grande pino. Guarda, mamma, quanti gioielli, come brillano, come luccicano e lassù c’è la stella più grande del cielo; anche quella è del mago Merlino!”. I genitori di Nathan lo guardarono sorridendo e trovarono che la sua storia era così bella, che era un peccato rovinarla, non ebbero il coraggio di dirgli che quei meravigliosi colori danzanti non erano opera del mago Merlino, ma dell’aurora boreale e che solo il riflesso di quei colori rendeva magico il grande pino.

E poi, chissà? Forse la storia di Nathan era vera, tanto più che l’aurora boreale ritornò ogni anno, ma né lui, né nessun altro vide mai più quello spettacolo meraviglioso e il maestoso pino non si vestì mai più di gemme d’oro e di pietre preziose, come in quella famosa notte di dicembre.

Ma Natanh, una volta cresciuto, raccontò cosa successe quella notte magica ai suoi bambini, ai nipoti e ai pronipoti. E questi, a loro volta, lo raccontarono ai figli dei figli, finché un giorno un uomo, che aveva tanti bambini andò nel bosco, tagliò un giovane pino e lo portò a casa. Lo mise dritto accanto al camino e lo decorò con ghirlande d’argento lucenti, candeline variopinte e palloncini iridescenti. Sulla cima del piccolo albero mise una bella stella d’oro con la coda e anche un piccolo fiocco rosso pieno di brillantini. Poi chiamò i bambini e disse: “Questo è l’albero di Nathan e ogni anno lo troverete qui, nel giorno di Natale. Ora cantate una bella canzoncina”. I bambini si presero tutti per mano e cantarono allegramente.

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