Pidocchi che passione

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E’ finita da un po’ l’era della caccia ai pidocchi vecchio stile, quando i bambini infestati venivano messi in quarantena e guardati storto dai compagni per anni, con la lettera scarlatta P di pidocchioso stampata in fronte. Nelle scuole niente più ispezioni professionali delle capigliature e fra le mamme nessun pudore a parlarne in pubblico. Ormai siamo circondati: questo è un paese per pidocchi! Rassegniamoci all’idea e impariamo a convivere con il nemico, cercando di vincere le quotidiane battaglie sulla testa dei nostri figli con le armi giuste e un pizzico di ironia. E ve lo dice una che alla sua prima esperienza in materia, quando la primogenita Matilde di pochi anni ha portato a casa dall’asilo gli ospiti sgraditi sulla testa di tutta la famiglia, aveva i capelli stile Rapunzel e ha reagito alla notizia chiedendo soccorso al parrucchiere. Forse la cosa più stupida che si possa fare, subito dopo la mossa di raparsi a zero. Altra cosa che ovviamente ho fatto, armata di forbici, sola davanti allo specchio, in preda a un mezzo attacco di panico, dopo esser stata rimbalzata da tutti i coiffure della città. Ora, dopo 3 figli e centinaia  di pidocchi sterminati ho acquisito tutto un altro aplomb. Ecco a voi quello che ho imparato sui pidocchi:

  • Il problema pidocchio non è un problema. Una seccatura sì, ma i problemi sono altri. Questo è il primo comandamento della mia personale guerra contro la pediculosi. Ridimensionare i confini della questione è importante per vincere la guerra contro i mostriciattoli. Ho amiche che hanno ritirato i bambini dal nido alla prima lendine e colleghe che tengono a casa i figli da scuola quando scatta l’allarme. Inutile e dannoso per la psiche di piccoli e grandi.
  • No alle bombe atomiche che insieme al nemico danneggiano la nostra salute. Ammettiamolo, per inesperienza o disperazione è capitato a molte di cedere alla lusinga delle maniere forti, scegliendo prodotti killer, che promettono di sterminare anche il più piccolo degli insetti. Docce di pesticidi, fiumi di veleno in testa pur di sradicare in fretta l’invasore. Risultato: i pidocchi tornano dopo qualche settimana, più forti e incattiviti di prima, mentre i poveri capelli diventano più deboli e sfibrati giorno dopo giorno.
  • Vietato non intervenire. Ci sono famiglie che hanno gettato la spugna, ne conosco ahimè, che dopo anni di lotta hanno ceduto il passo, smettendo di occuparsi dei pidocchi se non quando il problema diventa insopportabile. Chiome piene zeppe di uova che scintillano al sole, bambini che si grattano rassegnati e madri esaurite che si rifiutano di passare i pettinini fra i capelli dei loro figli al grido di “forse se li ignoriamo, prima o poi cambiano indirizzo”. Errore: i pidocchi non se ne andranno, faranno tanti pidocchietti e vivranno felici e contenti al calduccio fra i vostri boccoli. E in compenso nessuno più varcherà la soglia di casa vostra.aui-2
  • Prevenire è meglio che curare. Ci martellano con il mantra della prevenzione in tutti i campi, perché dunque non metterla in pratica anche per proteggerci dai pidocchi? Io ho cominciato con Aurora, dopo che con i miei figli più grandi avevo provato di tutto. Non vi parlerò di oli essenziali pestilenziali che nella mia esperienza più che le odiose bestiole tengono lontano gli altri esseri umani, ma di un prodotto spray Hedrin senza additivi chimici, che va spruzzato sulla chioma pulita un paio di volte alla settimana e protegge i capelli formando una sorta di barriera di silicone inespugnabile al pidocchio. Mia figlia è ormai grandicella e, dopo le prime volte, ha cominciato a utilizzare il suo spruzzino magico da sola, dopo shampoo e balsamo, nel suo lungo rituale di bellezza serale. E ci sta prendendo gusto, anche perché il profumo di questa lozione è davvero invitante (: (ma questo è il prossimo capitolo ).
  • Aceto addio. Piuttosto che sciacquare i capelli dei miei figli con l’aceto, apro un allevamento di pidocchi sulle capigliature di tutta la mia famiglia! Ricordo ancora con disgusto mia madre che mi strigliava i capelli maleodoranti dopo averli imbevuti nell’aceto per tenere lontani i pidocchi. Una vera tortura in voga alla fine degli anni ’70, quando aprire un’aula scolastica era un po’ come stappare un barattolo di cetriolini andati a male. No grazie. Oggi la mia Aui si cosparge la chioma di un profumo dolce e fruttato, che lascia una scia al gusto di arancia e mango da far girare la testa.

#hedrin #pidocchinientepanico

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