Il grano Saraceno

Buckwheat groats

C’era una volta Siro, un vecchio salice piangente i cui rami arrivavano fino a terra, come fossero dei lunghi capelli di colore verde. Era un salice molto grande e per i suoi anni pieno di dignità. Siro viveva circondato da campi di grano, segala, orzo e avena. Sì, proprio tutti quei buonissimi cereali che fanno tanto bene ai bambini! E proprio davanti a lui c’era Teo, un campo di grano saraceno che, a differenza degli altri cereali, restava sempre a testa alta, rigido e superbo e si vantava con Siro di essere più bello e prezioso della spiga di grano.

Un giorno sopraggiunse un bruttissimo temporale e mentre tutti i fiori e le spighe dei campi chiusero i loro petali e chinarono il capo, Teo rimase a testa alta pieno di superbia.
“Chiudi i petali dei tuoi fiori”, gli dissero i fiori, “piega il capo come facciamo noi, sta arrivando la tempesta che ti spezzerà!”, urlò il grano. Ma Teo non ascoltava nessuno e diceva che non voleva piegarsi e che avrebbe affrontato la tempesta a testa alta.

Siro, il vecchio salice piangente, gli disse: “Chiudi i tuoi petali e le tue foglie e non guardare il fulmine che si scaglierà contro la terrà perché attraverso quel lampo è possibile vedere fin su il Paradiso! Persino gli uomini possono restare accecati da cotanto bagliore: figurati noi che siamo tanto inferiori!”.
Allora Teo, che non si sentiva inferiore proprio a nessuno, disse: “Inferiore io? Voglio proprio vedere cosa c’è attraverso il fulmine!” e rimase a testa alta. Il bagliore del lampo era fortissimo, tanto che sembrava che tutto il mondo fosse in fiamme!

Finalmente il temporale passò, i fiori e gli altri cereali cominciarono ad aprirsi e tirare su il capo facendosi ristorare dalla dolce pioggia che ancora cadeva e si godevano quell’aria pulita che il temporale aveva lasciato!
Tutti tranne Teo! Cosa era successo al nostro grano saraceno? Teo era stato bruciato dal fulmine che lui, nella sua superbia, aveva voluto sfidare ed ora non era altro che un campo di erba secca.
A questo punto Siro agitò i suoi rami e dalle sue foglie caddero delle piccole gocce di acqua: sembrava stesse piangendo e i passeri, ospiti del vecchio salice, gli chiesero il perché! In fondo era tornato il sereno, tutt’intorno splendeva un sole bellissimo, le nubi si stavano allontanando e i fiori e l’erba verde emanavano un profumo inebriante!
Allora il vecchio salice raccontò della testardaggine e della superbia del povero Teo e della punizione che, per così tanto orgoglio, non poteva mancare!

Ecco, ora sapete perché, quando si passa dopo un temporale, davanti a un campo di grano saraceno, si nota che il campo che il giorno prima era verde e lussureggiante, è diventato tutto nero e bruciato come se fosse passata sopra un fiammata!

Questa bella storia mi è stata raccontata da alcuni amici passeri a cui un giorno ho chiesto di raccontarmi una favola.

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