Appelli aperti anno 2010

In questa pagina si raccolgono tutti gli “appelli” di chi ha scritto alla Redazione nell’anno 2010 chiedendo notizie di vecchie filastrocche, conte o canzoni e che Filastrocche.it non ha saputo aiutare.

 

Se qualche utente ha una memoria migliore della nostra e conosce i testi richiesti, si faccia avanti e ci aiuti a tramandare ai nostri cuccioli queste vecchie canzoni o filastrocche che ormai fanno parte della nostra tradizione.

 

14 Marzo 2010
Gilda cerca il testo di una poesia sulla mamma in cui parla di una mamma moderna, che usa il telefonino anche con la vicina, che si trucca e il papà rimane di stucco, che guida la panda o la scoda… non gli interessa se non va di moda… Qualcuno la conosce?

 

10 Marzo 2010
Antonio cerca il testo di una poesia che aveva studiato a scuola a metà degli anni ’50. Ecco il testo che ricorda:

“…Vorrei correre le terre incantate, dove crescon le mele dorate…
poi giunger la muraglia che serra tutt’intorno di Cina la terra
…e volgermi negli ampi deserti di ardentissima sabbia coperti…
…soffi cocenti…carovane assettate e silenti…
…coccodrilli dall’ispido dorso van dal Nilo nel torbido corso
…spia la tigre feroce il rumore paventato dal reo cacciatore…
Poi giunger nei bui sotterranei e raccoglier balocchi dei bimbi egiziani…”

Il 20 marzo 2021 pubblichiamo Viaggio fantastico. Potete leggere il testo cliccando qui!

 

3 Marzo 2010
Michela cerca il testo di una filastrocca cantata dal titolo “Fifastrocca”. Chi la conosce?

 

1 Marzo 2010
Alessandro cerca il testo di una canzone di Topo Gigio, che narrava di Cappuccetto Rosso, alla quale la mamma aveva regalato un cappottino con cappuccio bianco che la bimba voleva ritingere rosso in tintoria. Sul retro del 45 giri c’era la storia di Cappuccetto Rosso, raccontata dallo stesso Topo Gigio. Lui ricorda solo alcune parole, eccole:

“…il rosso è un colore che dà all’occhio
così rischi che tutti ti chiamino cappuccetto rosso! E’ quello che voglio! E’ quello che voglio!…”

 

26 Febbraio 2010
Rosa Francesca, Ivana e la piccola Emma cercano il testo di una vecchia filastrocca toscana che racconta il rientro a casa dal fronte di un soldato ritenuto morto. Né la sorella, né la madre lo riconoscono, tranne poi alla fine della canzone stessa. Ecco il poco testo che ricordano:

“Dove vai dove vai bella bambina?
Vado a prender l’acqua per bere e cucinar.
Me lo daresti un bicchier d’acqua?
Non ho tazze, né chicchere e bicchier
per dar da bere a lei cavalier…”

Il 18 aprile 2018 pubblichiamo Dove vai bella bambina?. Potete leggere il testo cliccando qui!

 

26 Febbraio 2010
Rosa cerca il testo di una vecchia filastrocca napoletana dal titolo “Pane e cipolla”. Chi se la ricorda?

 

18 Febbraio 2010
Pier Luigi cerca il testo di una vecchia poesiola forse tratta dalla vecchia Enciclopedia per Ragazzi Mondadori. Ecco il poco testo che lui ricorda:

“Nella cappella di sassi e coppetti
c’è una Madonna che par che ti aspetti,
una Madonna che stringe al seno
il suo putto nazzareno…”

Il 30 aprile 2018 Francy ci invia il testo che sua nonna Walda, 91 anni, ricorda ancora a memoria. Eccolo!

 

12 Febbraio 2010
Gian Maria cerca il testo di una vecchia filastrocca perugina che i nonni gli raccontavano sempre:

“- Alzete garzon che è giorno!
– se è giorno voi magné
– voi magné che ancor n’è dì?
– se n’è d’ voi dormì
– Alzete, vai a vedé se ‘l foco è acceso!
– Micio, micio, micio!
– Perché chiami il gatto?
– se ‘l gatto è caldo, ‘l foco è acceso.
– Alzete, vai a vedé se fori piove!
– Cane, cane, cane!
– Perché chiami il cane?
– se ‘l cane è bagnato, fori piove.”

Un commento su “Appelli aperti anno 2010”

  1. Tina says:

    Per Antonio e la poesia degli anni 50: ho visto or ora la sua ricerca perché anch’io cercavo l’autore di tale filastrocca: Viaggio fantastico , di L. Torretta (imitazione da B.L. Stevenson):
    Vorrei correr le terre incantate dove crescon le mele dorate e veder sotto cieli smaglianti sorger vaghe isolette sognanti. Fra le piante e gli uccelli più rari ritrovar Robinson solitare, visitar le città dell’oriente coi bazar dalle merci opulente e co’ bei minareti dorati che scintillan nel sole levati, giunger alla muraglia che serra tutt’intorno di Cina la terra. E poi volgermi agli ampi deserti d’ardentissima sabbia coperti ove traggon a’ soffi cocenti carovane assetate e silenti. Coccodrilli dall’ispido dorso van del Nilo nel torbido corso, spia la tigre feroce il rumore paventato del rio cacciatore. Qua s’avanza, ecco un negro (!) selvaggio che su schifo leggier fa suo viaggio, e là un altro al lavoro s’affanna a costruirsi l’angusta capanna. Tra le sabbie dell’arse contrade sorge qualche solinga cittade. Dove sono i suoi bimbi? Cresciuti se n’andar, nè alcun più li ha veduti. Non fruscìo v’è di topo o fanciullo, non un grido, non palpito o frullo: nè mai lume s’accende la notte, onde vengan le tenebre rotte. Fatto grande là voglio recarmi, per quei luoghi deserti aggirarmi. Nelle sale dirute ed oscure di battaglie e d’eroi le pittore ricercar, al crepuscolo fioco in un angolo accendere il fuoco; e ritoglier ai bui sotterrani i balocchi dei bimbi egiziani.

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