Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta di alcuni dei più famosi proverbi e detti della nostra tradizione linguistica. Dopo aver conosciuto il significato di “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” e “Acqua in bocca”, oggi è la volta di “Can che abbaia non morde”.

Questo detto si riferisce ad un comportamento dei cani, ma in realtà è una metafora utilizzata per descrivere una persona che tende ad urlare animatamente, arrabbiarsi e minacciare, senza però passare mai all’azione e ad una condotta violenta.

Ma è proprio vero che i cani che abbaiano non mordono? C’è qualcosa di vero in questa affermazione?

I cani abbaiano perché questa è la loro modalità fondamentale di comunicare: abbaiare è un comportamento assolutamente naturale e le ragioni per cui lo fanno sono molteplici, proprio come succede con il pianto dei neonati.

Alcuni cani abbaiano per segnalare la loro presenza, per dare l’allarme o perché si sentono felici. Si può facilmente presupporre che in questi casi non abbiano intenzione di fare del male. Ma anche i cani hanno personalità, esperienze e sentimenti diversi e quindi è importante ricordare di rispettare sempre i loro spazi e i loro segnali, ancor di più se non si ha confidenza con loro. Altre volte abbaiano come meccanismo di difesa, quando si sentono minacciati, stressati o in presenza di qualcosa di insolito. In questi casi abbaiare potrebbe essere in effetti un segnale di potenziale aggressione.

Il detto Can che abbaia non morde non va dunque interpretato alla lettera: se è vero in alcuni contesti, può non esserlo in altri e non può essere considerato come un’assoluta certezza che il cane mai morderà.

L’origine letteraria

Can che abbia non morde trae origine da un passo dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: “Le schioppettate non si danno via come confetti: e guai se questi cani dovessero mordere tutte le volte che abbaiano”.

Come comportarsi di fronte a un cane che abbaia

Il comportamento degli animali – soprattutto in presenza di bambini – va interpretato e vanno considerati molti fattori che lo influenzano: l’età, le esperienze, l’indole, il contesto, la convivenza.

Da una ricerca svolta dai ricercatori dell’Università di Jyvaskyla, in Finlandia, emerge che i bambini piccoli sono quelli in grado di riconoscere meno le espressioni aggressive dei cani rispetto ai più grandi, anche se vivono da sempre con un cane.

La prudenza non è mai troppa: quando al parco o in strada i nostri bambini incontrano un cane che abbaia – o non abbaia – è bene insegnarli a mantenere una distanza di sicurezza e, nel caso, chiedere il permesso al padrone prima di avvicinarsi e di accarezzarlo.

In situazioni potenzialmente pericolose, soprattutto con cani sconosciuti, ci sono poi alcune contromisure utili per mettervi in una situazione di sicurezza:

• Non scappate gridando: se lo farete vi identificherà come una preda e partirà al vostro inseguimento
• Non mettete il cane che abbaia in un angolo, senza dargli libertà di movimento: si sentirà minacciato e per uscire da questa situazione potrebbe mordere
• Non toccate un cane che sta mangiando o che sta giocando con un suo giocattolo: se un cane inizia a ringhiare o ad abbaiare perché stiamo toccando qualcosa di sua proprietà, meglio smettere subito
• Non agitare davanti ai suoi occhi oggetti come bastoni, ombrelli, spranghe: temerà di essere picchiato e giocherà di anticipo aggredendovi
• Non guardatelo negli occhi (è una sfida!), non muovetevi a scatti, non alzate la voce

Il cane è il miglior amico dell’uomo e va educato, ricordandoci che non esistono razze aggressive, ma cani aggressivi: perché tutto, come con i bambini, dipende dall’ambiente, dalle esperienze e appunto dall’educazione.

Rispettiamoli: sarà il gesto di amore più grande

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