C’è Tempo – Un film per capire il valore della “fratellitudine”

Mamma perché non sono nato figlio unico? C’è Tempo. Da grande capirai che avere un fratello è una grande fortuna!C'è tempo

Quando i miei figli mi chiedono a turno – e succede circa una volta al giorno – perché non sono nati figli unici, io rispondo che un giorno sicuramente capiranno il valore della “fratellitudine”.

Ma dato che pazienza e lungimiranza non sono virtù da bambini, mi tocca sempre elencare tutti i loro amici senza fratelli con i loro pomeriggi senza bisticci, le cene senza sgridate e risate, la cameretta silenziosa senza spazi da condividere, i viaggi in macchina senza pizzicotti e battibecchi, sperando di fare apparire la vita da figlio unico almeno un po’ meno variopinta della loro.

Spesso non sortisco nessun effetto e i pargoli rimangono fissi sulla posizione che avere un fratello o una sorella sia una vera iattura, così vado avanti balbettando che da grandi si aiuteranno nel momento del bisogno, diventeranno complici quando si tratterà di combattere qualche battaglia familiare oppure saranno semplicemente un po’ meno soli. E non è certo un dettaglio da poco.

C'è tempo

In mio soccorso è arrivato il nuovo film di Walter Veltroni, C’è Tempo, che mette in scena con grande poesia il concetto di quanto avere un fratello, se pure strambo e diverso da te, possa cambiarti la vita in meglio. Ho avuto la fortuna di partecipare a una proiezione in anteprima insieme a un gruppo di blogger, dove era presente anche il regista, che si è confrontato con noi sui tanti temi del film.

Nell’attesa di farlo vedere ai miei figli aspiranti figli unici, vi suggerirò almeno 5 buoni motivi per andare al cinema dal 7 marzo, senza raccontarvi troppo per non rovinarvi la sorpresa.

  • C’è Tempo è una storia delicata e piena di speranza dove due perfetti sconosciuti, si incontrano per uno scherzo del destino, si scoprono fratellastri e comiciano insieme un viaggio in macchina, che, dopo le diffidenze iniziali, li farà crescere e li cambierà per sempre.

  • I due protagonisti, Giovanni e Stefano, sono fantastici e ti trascinano nella loro vita con molto garbo: un ragazzino troppo adulto che conosce a memoria tutti i film di Truffault e un uomo mai cresciuto che passa la vita guardando il cielo per studiare gli arcobaleni, entrambi soli e con grande bisogno di riscatto. Ci conquistano scena dopo scena e la complicità che si instaura piano piano tra loro nonostante la totale diversità è commovente.

  • Il paesaggio che scorre dietro la macchina da presa è mozzafiato: un tratto di Italia dal Piemonte alla Toscana, passando per Rimini e Lucca, pieno di bellezza e luce.

  • La colonna sonora è semplicemente meravigliosa e Simona Molinari alla sua prima prova sul grande schermo passa l’esame a pieni voti regalandoci con la sua voce brividi imprevisti.

  • Tutti gli appassionati di cinema, davanti a C’è Tempo troveranno pane per i loro denti, perché il regista, che da piccolo assomigliava tanto al suo giovane protagonista cinefilo, si è divertito a infilare nel film citazioni e riferimenti colti. A voi coglierle tutte!

Chissà se anche le mie iene si alzeranno dalla poltrona del cinema con la luce dell’arcobaleno negli occhi e magari la smetteranno con le loro tiritere sulla fortuna del nascere senza fratelli 🙂

 

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