La bambina dei fiammiferi – La piccola fiammiferaia

Hans Christian Andersen

Cliccando in basso, sotto al testo, si potrà ascoltare la lettura della fiaba fatta da Barbara Cifalinò.

piccola fiammiferaia

La famosissima fiaba de La piccola fiammiferaia

C’era una volta una povera bambina di nome Camilla, una piccola fiammiferaia, che, la notte di Capodanno, una notte buia e molto fredda, camminava per la strada scalza e a capo scoperto.

I suoi piedini nudi erano viola per il freddo mentre raccolti in una mano aveva un mazzetto di fiammiferi e molti altri li teneva nel vecchio grembiulino.

Per tutto il giorno non era riuscita a vendere nulla e nessuno le aveva dato neppure una monetina; era affamata, infreddolita, e tanto triste!

I fiocchi di neve si posavano tra i suoi lunghi capelli dorati, che si arricciavano graziosamente sul collo, ma lei a questo non pensava davvero.

Le luci brillavano dietro ogni finestra e per la strada si spandeva un delizioso profumo di oca arrosto.

Per scaldarsi un po’, andò a ripararsi ad un angolo della strada formato da due case, una più sporgente dell’altra. Lì si sedette e si rannicchiò, tirando a sé le gambette, ma aveva ancora più freddo e non osava tornare a casa.

Aveva paura che suo padre l’avrebbe picchiata, perché non aveva venduto nessun fiammifero e non aveva neppure un soldo. Le manine le si erano quasi congelate per il freddo. “Ah!”, pensò Camilla, “forse un fiammifero mi aiuterà!”.

Doveva solo sfilarne uno dal mazzetto e sfregarlo contro il muro per scaldarsi un po’ le dita. Ne prese uno e lo sfregò contro il muro. Come scintillava! Come ardeva! Era una fiamma calda e chiara e sembrava una piccola candela quando lo circondava con le manine. Che strana luce!

Camilla credette di trovarsi seduta davanti a una stufa con i pomelli d’ottone, e il fuoco bruciava e scaldava così bene! “No, ma che succede?”, stava già allungando i piedini per scaldare un po’ anche quelli, quando la fiamma scomparve. E con la fiamma anche la stufa. E si ritrovò seduta per terra, con un pezzetto di fiammifero bruciato tra le mani.

Subito ne sfregò un altro, che illuminò il muro rendendolo trasparente come un velo. Così poté vedere nella stanza una bella tavola imbandita, con una tovaglia bianca, piatti di porcellana e un’oca arrosto fumante, ripiena di prugne e di mele! All’improvviso l’oca saltò giù dal vassoio e si trascinò sul pavimento, già con la forchetta e il coltello infilzati nel dorso, proprio verso Camilla: ma in quell’istante il fiammifero si spense e davanti alla bambina rimase solo il muro freddo.

Allora ne accese un altro. E si trovò ai piedi del più bello degli alberi di Natale. Era ancora più grande e più decorato di quello che aveva visto l’anno prima attraverso la vetrina del ricco droghiere; migliaia di candele ardevano sui rami verdi e figure variopinte pendevano dall’albero, proprio come quelle che decoravano le vetrine dei negozi. Sembrava guardassero verso di lei. La bambina sollevò le manine per salutarle, ma il fiammifero si spense.

Le candele dell’albero di Natale salirono sempre più in alto, fino a diventare le chiare stelle del cielo; poi una di loro cadde, formando nel buio della notte una lunga striscia di fuoco. “Ora muore qualcuno!”, disse Camilla, perché la sua vecchia nonna Amelia, l’unica che era stata buona con lei, ma che ora non c’era più, le aveva detto: “Quando cade una stella, allora un anima sale a Dio”.

Accese un altro fiammifero che illuminò tutt’intorno, e in quel chiarore la bambina vide la sua tanto amata nonna! “Nonna!”, gridò, “oh, prendimi con te! So che tu scomparirai quando il fiammifero si spegne, scomparirai come è scomparsa la stufa, l’oca arrosto, l’albero di Natale!”. E accese tutti gli altri fiammiferi che aveva nel mazzetto, perché voleva mantenere la visione della nonna; e i fiammiferi arsero con un tale splendore che sembrava giorno.

La nonna Amelia non era mai stata così bella e così grande. Prese in braccio Camilla e insieme volarono sempre più in alto. Ora non c’era più né freddo, né fame, né paura: si trovavano presso Dio.

Il corpicino di Camilla, che teneva ancora in mano i fiammiferi bruciacchiati, venne trovato il mattino dopo in quell’angolo della strada, con le guance rosse e il sorriso sulle labbra.

Era morta, morta di freddo proprio la notte di Capodanno.

“Ha voluto scaldarsi”, commentò qualcuno. Ma nessuno poteva sapere le belle cose che lei aveva visto, né in quale luce era entrata con la sua vecchia nonna, nella gioia dell’Anno Nuovo!

 

 

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