Febbraio
Agostino Richelmy
Leggiamo insieme: Febbraio di Agostino Richelmy
Di scorcio nel pendio
della collina pallida sul lago
non fronde non verdezza.
Solo i nocciuoli
tra i fusticelli diramati all’aria
hanno allungato i ciondoli giallini
e ingemmato il rossore degli stimmi.
Forse così d’incerta pubescenza
trasparve nella prima
età la primavera ermafrodita.
Più in là, dimenticato
al margine dell’acqua,
è un rimasuglio delle nevi. È un putto
addormentato che di giorno in giorno
al sole deperisce.
“Ahi, inverno, tu muori!
(il plurimillenario mio lamento
è d’amore) tu eri
così libero e informe!”.
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