Gennaio
F. Bianchi
Quando nasce
nessun mese è così gaio
come il piccolo gennaio:
lo saluta ancora in fasce,
l’allegria di San Silvestro
piena d’estro.
Del nuov’anno
egli è il primo pargoletto,
il più atteso, il prediletto,
e per questo onor gli fanno
e ciascun se lo propizia
e lo vizia.
Quanto a quello
che crescendo saprà fare,
quello è invece un altro affare:
forse porta, il bricconcello,
raffreddori, sdruccioloni
e geloni.
Strano artista,
egli fa sui vetri e i rami
candidissimi ricami
ed appende, in gaia vista,
sulle gronde e sui poggioli
i ghiaccioli.
Con la gerla
dei regali l’accompagna
la Befana, una cuccagna!
Ma lo segue poi la Merla,
che la neve reca e geli
più crudeli…
Ma si deve
confessar, siamo sinceri,
che anche il gelo ha gran piaceri:
ha battaglie con la neve,
slitte, pattini; oggidì
fin gli sci.
Dunque sia
benvenuto, sor gennaio:
non ci punga col rovaio,
ed il buon esempio dia
ai suoi undici fratelli
ridarelli!
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