I cagnolini
Stefano Benni
C’era un cane così bassino
che quando nevicava
cinque orme lasciava
le quattro zampette e il pisellino.
C’era un cane così grosso
che il campione russo dei pesi
Anatoli Firzuskij di Thilisi
non riusciva e sollevare il suo osso.
C’era un cane così fedele
che quando il padrone morì
sopra la sua tomba aprì
una bancarella di ex-voto e candele
crisantemi e patate salate
e fece quattrini a palate.
C’era un cane così educato
che faceva la cacca in un prato
e poi per non sporcare
prendeva un treno accelerato
e l’andava a buttare a mare.
C’eran due cani così puzzolenti
che nessuna pulce li abitava
e anzi il padrone li usava
per pulire vetri e pavimenti.
C’era un cane con una coda nera
ma così lunga, ma lunga così
che se gliela pestavano venerdì
faceva cai cai domenica sera.
E c’eran due cani poliziotti
che davan la caccia ai delinquenti
e ai ladri e ai bugiardi mostravano i denti
un giorno videro Andreotti
e dovettero tenerli in venti.
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