I doni della quercia

Giuseppe Fanciulli

I doni della quercia

La quercia era ormai giunta al termine della sua vita: i suoi rami non erano più vigorosi come un tempo e le sue foglie si erano fatte sempre più rade.
Sfido, la quercia aveva compiuto cento anni! Durante tutto quel tempo essa aveva dato asilo a tanti uccellini che l’avevano ricompensata dell’ospitalità, con canti e voli festosi. Era stata anche generosa d’ombre ristoratrici agli uomini stanchi e sudati per il lavoro; aveva riparato con i suoi rami frondosi i passanti, sorpresi lungo la via, dal cattivo tempo. Gli uccellini venivano anche adesso ad intrecciare i loro voli da un ramo all’altro.

Ma gli uomini? Essi, vedendo che la quercia non faceva più ombra, passavano indifferenti, non ricordando le cortesie ricevute un tempo.

E un giorno, un triste giorno, i boscaioli abbatterono la vecchia quercia; ne fecero grossi ceppi che misero nella legnaia. Venne la stagione invernale: ad uno ad uno i pezzi di quercia furono portati nel focolare per riscaldare un’immensa cucina. Che bella fiammata! I bagliori riverberarono sulle pareti.
La quercia fu contenta di poter donare ancora qualcosa: calore e luce.

 

 

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