I Topolini giramondo
Federico Nenzioni
Tratta da La fattoria di Federico, fiabe per bambini, genitori e nonni, 2018. Disegni di Rosa Pesci
Gino e Gina sono due topolini irrequieti e intraprendenti. Ogni tanto cambiano casa, fanno fagotto e si spostano in cerca di nuovi paesaggi e nuovi vicini con cui fare amicizia. Da un po’ di tempo abitano in montagna, ma d’inverno fa molto freddo, le notti sono lunghe e buie e poi, si sa, i topi montanari sono poco socievoli e un po’ zucconi. Gino e Gina, raccolte le loro poche cose, si mettono in viaggio.
“Avrei voglia di mettere su casa in riva a un lago, questa volta, – dice Gina – il clima è mite, l’aria è buona, belli i panorami e molto ospitali gli abitanti”.
Cammina cammina, passano i giorni, ma i due topolini non trovano nulla che li soddisfi. Scoraggiati, con i piedini doloranti e le gambette indolenzite, sono sul punto di desistere e di piantare le tende lì dove si trovano, quando Gino, all’improvviso, scorge davanti a sé lo stagno di Pietro e dei nostri amici.
“Che bello – esclama il topolino – ecco il lago che stavamo cercando! Le acque sono azzurre, le sponde ricche di vegetazione, l’aria fine e profumata”.
Su una collinetta erbosa, a pochi passi dall’acqua, da dove si gode un’ottima vista, la coppia decide di mettere su casa.
Gino e Gina si danno subito da fare e in poco tempo costruiscono una bella casetta. Poi pensano al giardino: tagliano l’erba, piantano i fiori, tracciano graziosi vialetti e, dietro casa, mettono a semina un po’ di mais per il popcorn di cui sono ghiotti. Passano i mesi: la vita scorre serena, gli abitanti sono simpatici, l’inverno è limpido e mite e già la primavera si annuncia con i suoi tiepidi zefiri, quando un giorno, all’alba, una forte scossa scuote violentemente la collinetta fin dalle radici. I topini vengono sbalzati dai loro letti e squittendo terrorizzati corrono fuori.
Oh, meraviglia! La collina si sta muovendo; davanti a loro è cambiato il panorama, non più lo stagno, ma il noce che si trovava alle loro spalle. La montagnola ha preso a camminare, allontanandosi via via più dalla riva. Gino e Gina stanno per mettersi in salvo, saltando sulla terra ferma, quando una voce cavernosa proveniente dall’interno della collinetta, chiede: “Siete ancora lì?”.
Che cosa era successo? I nostri due amici avevano preso dimora sul guscio di una grossa tartaruga in letargo, su cui via via si era depositato del terriccio e poi cresciuta l’erba, facendola sembrar in tutto e per tutto a una collinetta.
“Se volete, potete restare – li tranquillizza la tartaruga. Nel dormiveglia avevo sentito che qualcuno stava trafficando sopra di me, ma avevo troppo sonno per venire fuori a vedere che cosa stesse succedendo. Ora, dopo tanti mesi di letargo, mi è venuta fame e sono uscita dal guscio per cercare qualcosa da mettere sotto il becco, mi potete aiutare?”. I due topolini, felici di essere utili a colei che è diventata la loro padrona di casa, le procurano un po’ d’insalata e qualche carota.Dopo essersi rifocillata, Greta, questo il nome della tartaruga, fa loro questa proposta: “Perché non rimanete? Potete sistemarvi come volete: ampliare casa, abbellire a vostro piacimento il giardino, coltivare un orto; l’unica cosa che vi chiedo di non fare è scavare buche e gallerie. In cambio mi farete da custodi, vigilando che nessuno mi disturbi quando dormo”.
Gino e Gina accettano con entusiasmo. Greta è una giramondo e così i nostri topolini possono finalmente soddisfare la loro grande voglia di vedere cose nuove. La tartaruga, in cambio, può dormire sonni tranquilli. Dove vanno, tutti corrono a vedere quella collinetta vagante e offrono loro tante cose buone da mangiare. L’anno scorso hanno partecipato a una sfilata dei carri al Carnevale di San Giovanni in Persiceto, aggiudicandosi il primo premio. Poco alla volta, la reciproca convenienza si è trasformata in una solida amicizia: ora non li unisce più solo un vicendevole tornaconto, ma un forte sentimento di
solidarietà.
La morale? È ancora Pietro, la carpa, a farla in rima, come sempre.
La convenienza per durare vicendevoli frutti deve dare, ma non la solidarietà che nulla chiede e molto generosamente dà.
Appendice
Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere. Albert Einstein
Questa favoletta introduce un concetto molto importante, ma non facile da trasmettere a un bambino: quello della solidarietà. È un concetto, questo, che
difficilmente è in grado ancora di comprendere appieno, serrato com’è nel proprio individualismo. Gli si chiede di rinunciare a qualche cosa senza ricevere nulla in cambio. È opportuno quindi che gli educatori affrontino l’argomento che il raccontino introduce dopo aver valutato il livello di maturità del bambino; in caso contrario l’argomento non solo non verrebbe recepito, ma potrebbe addirittura indispettirlo. Tenuto debitamente conto di quanto sopra detto, come introdurre l’argomento?
Con le seguenti domande:
Perché i due topolini accettano la proposta di Greta?
Qual è il vantaggio che ne ricavano?
E qual è il vantaggio per la tartaruga?
Ottenute le risposte, fategli presente che anche lui si comporta allo stesso modo in situazioni in cui riceve un vantaggio in cambio di qualche cosa che gli appartiene. Rivolgetegli le seguenti domande:
Alla base di questo comportamento c’è quindi una convenienza per entrambe le parti?
E se venissero meno le condizioni su cui si basa questo rapporto, cambierebbe conseguentemente anche il loro comportamento?
Quindi, quando fra due persone esiste una corrispondenza di reciproca utilità ci troviamo di fronte a un relazione di convenienza.
A questo punto, con le seguente domanda aiutatelo a fare un salto di qualità; introducete il concetto di solidarietà con la seguente domanda:
Non ti è mai capitato di dare qualcosa a qualcuno senza pretendere nulla in cambio, solo per il piacere di farlo?