Il leone e il topo riconoscente

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C’era una volta un topolino di nome Pipino che correva felice nella savana. Corri di qua, corri di là, si ritrovò su una montagnola pelosa. “Dove sono finito?”, si domandò e si guardò intorno.

Non vi dico lo spavento quando si accorse di essere finito sulla schiena del leone Gianni addormentato sotto un albero! Non appena realizzato il pericolo, cercò di scappare il più lontano possibile, scendendo di corsa dal dorso del bestione.
Ma evidentemente quello non era il suo giorno fortunato: proprio in quel momento il leone Gianni si svegliò e sentì “qualcosa” che gli correva sulla schiena. Con un potente e spaventoso ruggito balzò sul povero topolino.

“Accidenti a me”, pensò Pipino, “che me ne vado sempre a zonzo senza fare attenzione ai pericoli! Come farò adesso a salvare la pelle?”.

Mentre Pipino pensava se aveva qualche possibilità di salvezza, il leone Gianni aveva già deciso di papparselo in un sol boccone. Tenendo il povero topolino per la coda, lo fece penzolare sopra le sue terribili fauci spalancate. “Ti prego, non mangiarmi!”, pregò Pipino, “ti prometto che se mi lascerai andare io saprò come ricompensarti”.
“Ma che dici?”, disse Gianni, “come potresti essermi di aiuto tu, piccolo come sei?”.
“Vedrai, arriverà il giorno in cui avrai bisogno di me e io non mi dimenticherò che non mi hai mangiato e saprò esserti riconoscente!”.

Il leone Gianni, un po’ stupito dalla richiesta del topolino, lo ammirò per il suo coraggio e con una risata lo lasciò andare. “Grazie”, disse Pipino, “vedrai che non te ne pentirai!”. E con un ultimo saluto, scappò lontano…

Passarono un po’ di settimane. Un giorno, il leone Gianni stava passeggiando per la savana e cammina, cammina mise le zampe in una terribile trappola. Una spessa rete di corda si rinchiuse su di lui e in un attimo si ritrovò appeso ad un albero, in alto, senza possibilità di potersi liberare.
“Come farò adesso?”, si chiese Gianni spaventato. E ruggì forte tutta la sua disperazione.

Ma ecco che vide alla base dell’albero il piccolo Pipino che gli disse: “Non ti preoccupare Gianni. Ora ci penso io!”.
In un attimo, Pipino si arrampicò sull’albero e, raggiunto il ramo a cui era appesa la rete, si mise a rodere le corde e piano piano riuscì a fare un buco abbastanza grosso per liberare il leone.
Non appena scesi dall’albero, il leone e il topolino si allontanarono veloci e andarono a nascondersi in un posto sicuro.

“Grazie, grazie Pipino”, disse Gianni, “se non ci fossi stato tu, oggi sarei stato spacciato! Come sono contento di non averti mangiato quando ne avevo l’occasione!”.
“Visto che avevo ragione, Gianni?”, rispose Pipino, “mi sono ricordato che eri stato buono con me e ho saputo aiutarti in un momento di bisogno”.

Da quel giorno, i due sono diventati grandi amici e si vedono spesso passeggiare nella savana, stando però un po’ più attenti ai pericoli che gli stanno intorno.

Un commento su “Il leone e il topo riconoscente”

  1. MArina says:

    come si fa per ascoltare le fiabe nel computer?
    Grazie!

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