Il lupetto smarrito
Jolanda Colombini Monti - Illustrazioni di Mariapia (Maria Pia Franzoni Tomba) - Editrice Piccoli - Milano (1951)
Se vi piace questo racconto, dovete ringraziare Stefano che ci ha inviato le immagini e il testo (20 Maggio 2025).
Leggiamo insieme: Il lupetto smarrito di Jolanda Colombini Monti – Illustrazioni di Mariapia (Maria Pia Franzoni Tomba) – Editrice Piccoli – Milano
Mamma Lupa stava preparando un ottimo pranzo e Pobbi, il suo lupettino più chiassoso, stava girando per la casa a suon di tamburo, quando un rumore forte forte fece tremare i vetri.
“C’è il temporale mammina” disse Toddi, scendendo dal suo cavallo a dondolo e corse a rifugiarsi vicino alla mamma, perché lui del temporale aveva paura. Infatti alcune grosse gocce di pioggia cominciavano a cadere e lo scoiattolo, che stava andando a passeggio, apri subito l’ombrello. Una lumachina invece corse a cercar riparo sotto un fungo.
“Viene proprio il temporale!”.
Una ventata aprì di colpo i vetri della finestra. Mamma Lupa si affrettò a rinchiuderli.
Pobbi, messo in un angolo il tamburo, corse vicino alla mamma per aiutarla.
“Speriamo che babbo faccia in tempo a tornare prima che la pioggia venga giù troppo forte. Guarda che cielo nero, Pobbi!”.
In quel momento un lampo fece chiudere gli occhi. Poco dopo s’udì un tuono fortissimo.
Pobbi e Toddi pregavano in cuor loro che il babbo facesse presto a tornare.
Il vento soffiava sempre più forte fino a piegare i rami degli alberi e la pioggia cadeva ormai fittissima.
“Questo è più d’un temporale. È quasi un uragano!”.
Mamma Lupa si prese in braccio Pobbi che era il più piccolino e gli accomodò il nastrino azzurro intorno al collo. Poi fece una carezza a Toddi dicendo che del temporale non bisogna aver paura.
Babbo Lupo che era rimasto sorpreso dalla pioggia mentre stava tornando a casa, aveva dovuto cercare riparo sotto un portico ed ora che l’acqua accennava a diminuire, voleva tentare di proseguire il cammino.
“Chissà mia moglie e i miei lupettini come saranno in pensiero per me!”.
Il vento, ancora tanto forte, gli rovesciò l’ombrello.
“Non importa, dovessi anche inzupparmi come una spugna, non resto qui nemmeno un minuto di più! Questo tempaccio mi rende nervoso”.
Ma una ben triste sorpresa attendeva Babbo Lupo al suo ritorno.
La furia dell’uragano aveva distrutto la sua casetta ed i suoi occhi non vedevano che un piccolo cumulo di macerie. Col cuore disperato provò a chiamare i suoi lupettini:
“Pobbi! Toddi!”.
Nessuna risposta,
“Mamma Lupa, dove sei?”.
Ancora silenzio.
Finalmente, quando il sereno comparve e nel bosco gli animaletti ripresero ad uscire e gli uccellini a cinguettare tra gli alberi, si videro Mamma Lupa e Toddi, ancora vivi, abbracciati stretti stretti, sotto una grossa pianta.
E Pobbi?
Il piccolo Pobbi, purtroppo, non si trovava più.
Quando la casetta crollò, Mamma Lupa riuscì a stento a salvarsi con Toddi che le era vicino, sempre attaccato alla gonna; Pobbi invece era scomparso.
Cic, l’uccellino dalle alucce di velluto nero, venne a portare a Mamma Lupa un nastrino raccolto nel bosco.
Mamma Lupa ebbe un sussulto:
“Questo è il nastrino azzurro che Pobbi aveva intorno al collo. Oh! Cic, hai forse incontrato il mio Lupetto?”.
“No, Mamma Lupa, non l’ho incontrato. Ho visto soltanto il suo nastrino e ho creduto di farti piacere portandotelo…”.
“Ti ringrazio, Cic, ma vorrei pregarti di un favore: tu che puoi volare in tutto il bosco, vai a cercare il mio lupettino… non posso credere che non si sia salvato… sento che è vivo… forse ha smarrito la strada. Il cuore di una mamma non si sbaglia! Ti prego Cic… vola!”.
Pobbi infatti era vivo e stava andando di qui e di là per il bosco in cerca della sua mammina e del suo fratellino. Ma nessuno sapeva dirgli dove si erano rifugiati dopo il crollo della casa e il lupetto continuava a camminare solo solo … e aveva fame e la sera stava per scendere…
A tutti gli animaletti che incontrava chiedeva notizie di Mamma Lupa, di Babbo Lupo o di Toddi, ma nessuno li aveva visti, nessuno sapeva dirgli qualcosa…
Mamma Capra stava tornando in quel mo mento dalla spesa.
“Cosa fai in giro a quest’ora lupettino, solo solo, nel bosco? Come ti chiami?”.
Pobbi le disse il suo nome e le raccontò la sua disavventura.
Mamma Capra, vedendolo cosi piccino, s’inteneri, gli mise un golfino perché non sentisse troppo freddo e lo portò a casa sua per dargli da mangiare e da dormire.
“Pobbi ha perso la mamma e il fratellino durante il nubifragio di questa mattina. Lo terremo con noi”.
Così disse Mamma Capra al suo caprettino bianco presentandogli Pobbi a tavola. Il caprettino e Pobbi divennero subito buoni amici perché avevano la stessa età.
Tutti i giorni giocavano insieme alle corse o a nascondersi. Qualche volta il caprettino bianco prendeva sulla groppa il lupetto e lo faceva cavalcare sui verdi prati del bosco.
Il lupetto rideva ed era felice.
Però ogni sera, quando si coricava, cominciava a piangere, perché pensava alla sua mamma, al suo babbo e al suo fratellino che credeva morti e per non far sentire suoi singhiozzi premeva la boccuccia contro il cuscino.
Mamma Lupa che era andata ad abitare in una bella casina nuova, non aveva saputo rassegnarsi alla perdita di Pobbi e ogni giorno sedeva sul letto ad accarezzare e baciare il nastrino azzurro portatole da Cic, l’unica cosa di Pobbi che le fosse rimasta.
Cic intanto volava da una parte all’altra del bosco sempre in cerca del lupettino, ma non poteva certamente immaginare che fosse ospitato in una casa di capretti.
Toddi invece era sempre alla finestra con la speranza di veder arrivare il fratellino da un momento all’altro…
Un giorno Babbo Lupo, girovagando nel bosco, vide passare Mamma Capra e si senti venire l’acquolina in bocca.
Dall’alto d’un ramo uno scoiattolino tremò per quello che avrebbe potuto succedere.
Babbo Lupo si appiattò dietro un albero: “Quel grazioso e tenero bocconcino servirà a farmi passare i dispiaceri!” disse tra sé e si mise a seguire Mamma Capra piano piano, con l’idea fissa di saltarle addosso e di mangiarsela, appena fosse venuto il momento buono.
Passetto passetto Mamma Capra, che non si era accorta d’essere seguita, arrivò fino alla sua casetta e vi entrò.
Babbo Lupo si avvicinò alla finestra e… cosa vide?
Vide, con grande stupore, che in due lettini dormivano un caprettino bianco e un lupetto.
Le orecchie gli si drizzarono.
Come era possibile che un lupetto stesse con le capre? Non si era mai sentita una cosa simile!
E chi era quel lupetto che assomigliava tanto al suo Pobbi?
Babbo Lupo abbandonò immediata mente ogni voglia di mangiare Mamma Capra e corse a cercare l’uccellino dalle alucce di velluto nero.
“Ti prego, Cic, vola subito laggiù. Ho visto una cosa insolita: un lupetto in una casa di capre. Potrebbe essere il mio Pobbi. Voglio esserne sicuro. Vola… vola… Cic, va’ a vedere se è proprio lui, perché, se fosse lui…”.
Stava per dire ancora qualcosa, ma Cic era già scomparso a tutta velocità nella direzione indicatagli da Babbo Lupo.
Il bravo uccellino dalle alucce di velluto nero volò, volo, finché raggiunse la casa dei capretti. Là giunto, appoggiato ad un ramo, attese che il lupetto si alzasse ed uscisse.
Lo avvicinò mentre stava inseguendo una farfallina in un prato pieno di fiori.
“Pobbi!” provò a chiamare l’uccellino.
E Pobbi si fermò voltandosi di scatto.
“Sei tu, Pobbi?”.
“Sono io, come fai a conoscermi?”.
L’uccellino gli disse subito tutto: che Mamma Lupa, Babbo Lupo, Toddi erano vivi e lo cercavano ansiosamente.
Poi promise di correre subito a dare loro la bella notizia e pregò Pobbi di aver pazienza qualche ora soltanto che tutti insieme sarebbero venuti a prenderlo.
Mamma Lupa quando seppe che Pobbi era stato ritrovato, per poco non svenne dalla gioia.
Preparò subito un gran cesto di frutta e mandò Toddi a casa di Mamma Capra.
Era molto importante farle sapere che Babbo Lupo e Mamma Lupa intendevano recarsi da lei come amici e non come nemici.
Toddi prese il cesto di frutta sottobraccio e si avviò verso la casa di Mamma Capra, felice e ansioso di rivedere il suo fratellino.
Toc… Toc…
“Chi è?”.
“Sono un giovane lupetto però subito vi dico che non faccio alcun dispetto: porto doni e sono amico”.
Mamma Capra aprì la porta e si trovò davanti un lupetto che assomigliava tutto a Pobbi.
“Buon giorno, signora Capra. Sono il fratellino di Pobbi. La mamma e il babbo vi mandano questo cesto di frutta in segno di amicizia e di pace e anche per ringraziarvi di quanto avete fatto per il nostro Pobbi. Posso entrare?”.
“Entra, entra pure!”.
Mamma Capra si scostò per lasciarlo passare e, a vedere con quanto slancio e quanto amore si riabbracciarono i due fratellini, sentì venire le lagrime agli occhi.
Poi arrivarono Babbo Lupo e Mamma Lupa. Fu veramente una scena commoventissima.
A Mamma Capra dispiaceva che Pobbi se ne andasse, perché ormai s’era abituata a considerarlo come un suo caprettino, ma Pobbi le promise di tornare a farle visita spesso.
Babbo Lupo e Mamma Lupa, di fronte alla bontà di Mamma Capra, sentirono svanire ogni odio per le capre e fecero un patto d’amicizia.
Toddi sulle ginocchia di Babbo Lupo e Pobbi tra le braccia di Mamma Lupa formavano ora un quadretto di felicità. Mamma Lupa non finiva più di baciare il suo lupettino e Cic, sulla manina di Toddi, ascoltando tutte quelle tenerezze sembrava dire:
“Cip cip! non dimenticate che se siete cosi felici, un po’ di merito è anche mio”.
Quella stessa sera, per festeggiare il ritorno di Pobbi, Mamma Lupa offrì un ricchissimo pranzo e il posto dell’ospite d’onore fu riservato proprio all’uccellino dalle alucce di velluto nero.
Altri libretti di Jolanda Colombini Monti nella stessa collana “Voci liete” della Casa Editrice Piccoli di Milano:
- Tre furbi topini
- Orsetti pattinatori
- Gattini al balcone
- L’Ochina va in città
- Cuccioli birichini
- Anatroccoli in crociera
- Mascherine nel bosco
- Il lupetto smarrito

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