Jimmy e Carol
C’era una volta un coraggioso giovanotto di nome Jimmy che viveva con sua madre.
Tutti i giorni Jimmy lavorava duro nei campi per guadagnare abbastanza per due persone, in quanto il padre era morto in guerra.
Tutto il paese nutriva molta stima nel giovanotto e non c’era persona che parlasse male di lui.
Vicino al paese dove vivevano, sorgeva un antico castello disabitato e correva voce che la notte di Ognissanti il castello si popolasse del “piccolo popolo”, elfi, gnomi e fate ma nessuno aveva il coraggio di assicurarsi se la storia era vera.
Finché un giorno Jimmy, incuriosito da tutte quelle dicerie, decise di esplorarlo.
Così, la sera di Ognissanti andò da sua mamma e le raccontò cosa avrebbe fatto: “Andrò al castello, lo esplorerò e chissà che non ci porti un po’ di ricchezza”.
“Figlio mio, non andare, ti uccideranno! Come farò io a vivere da sola?”
Ma ormai Jimmy aveva deciso e ben presto si mise in cammino.
Arrivato presso il castello si stupì molto perché, non solo tutte le finestre erano illuminate, ma risentivano anche deliziose musiche e voci di fate e gnomi che si divertivano.
Decise quindi di avvicinarsi ancora, quando lo sorpresero un gruppo di elfi mattacchioni, i quali furono ben contenti di avere un nuovo compagno di giochi.
Il capo della comitiva invitò Jimmy a compiere con loro una missione: rapire una fanciulla.
Jimmy accettò e gli fu affidato un maialino volante. Viaggiarono per molte ore finché arrivarono a una bella casa che sorgeva in mezzo a una radura.
Planarono nei pressi di una finestra che era illuminata dalla luna, attraverso la quale si scorgeva un bellissima fanciulla che dormiva.
Gli elfi presero la fanciulla, la posero sul maialino e sostituirono il corpo con una frasca di faggio, che ben presto si trasformò in una fanciulla identica a quella che avevano rapito.
Tutti gli elfi erano meravigliati dalla bellezza di quella creatura e a turno la ammiravano.
“Ora che l’avete vista tutti posso vederla anche un po’ io?” disse Jimmy.
Il re degli elfi allora prese la fanciulla e la posò sul suo maialino.
Veloce, il ragazzo, discese subito a terra vicino alla porta di casa.
“Traditore!!” gridarono gli elfi adirati e cominciarono a trasformare la ragazza negli oggetti più strani: prima una stufa, poi uno sgabello. Ma Jimmy la teneva forte tra le braccia.
D’improvviso apparve una fata vestita di verde che disse: “Tu ci hai traditi, ora la fanciulla non sentirà ne parlerà più!”.
Così Jimmy, addolorato del terribile incantesimo ma contento di aver sottratto la fanciulla dalle mani degli elfi, la portò a casa sua .
La madre ormai lo attendeva da lunghe ore così il giovanotto spiegò quello che era accaduto.
Passò un anno, la fanciulla aiutava in casa e filava con la vecchia signora mentre Jimmy lavorava il doppio per poterla sfamare.
Spesso però la fanciulla si intristiva perché non poteva nè parlare nè sentire e rimaneva presso il camino, il volto tra le mani a piangere.
Così, la notte di Ognissanti Jimmy decise di tornare presso il castello.
Quando arrivò nei pressi del castello, quatto quatto si avvicinò a una finestra e fortunatamente udì questo discorso.
“Vi ricordate quel Jimmy, che ci tradì? la fanciulla è stata punita, anche se lui non sa che con poche gocce di questa pozione la fanciulla potrebbe ritornare a parlare e a udire!”.
Senza neanche pensarci, Jimmy saltò con un balzo dentro alla stanza, velocissimo rubò la pozione e cominciò a correre verso casa a più non posso.
Entrò, chiuse la porta con il catenaccio e versò poche gocce sulle labbra della fanciulla, che subito cominciò a udire e a parlare.
La fanciulla non sapeva come ringraziarlo ed era colma di gioia: “Voglio scrivere a mio padre per digli quello che mi è accaduto” disse ma, nonostante le innumerevoli lettere, il padre non rispondeva.
Così Jimmy e la fanciulla si misero in cammino verso la casa paterna e dopo lunghi giorno ci arrivarono.
“Desiderate?” chiese il maggiordomo.
“Non mi riconoscete? Sono la figlia del padrone”.
“Il padrone non ha figlie!”
La fanciulla insistette tanto che fu chiamato il padrone in persona.
“Chi siete voi?”
“Come, padre, non mi riconoscete?! sono vostra figlia Carol!”
“Come osate dire queste cose? Mia figlia è morta l’anno scorso!”.
“Ma non riconoscete questa collanina e la voglia di fragola che ho sulla spalla?”
“Se non fosse che ho accompagnato mia figlia al cimitero” disse la regina “direi che tu potresti essere lei”.
Subito intervenne Jimmy, che raccontò tutta la storia: la figlia che loro credevano morta non era che una frasca di faggio.
Fu tale la gioia dei genitori che cominciarono subito le feste; Carol volle fosse mandata a prendere la madre di Jimmy e che i due alloggiassero per sempre nella bella casa col giardino.
Jimmy e Carol si sposarono, ebbero quatto stupendi bambini e vissero per sempre felici e contenti.