La canzone dell’albero vecchio
Pablo Neruda
Leggiamo insieme: La canzone dell’albero vecchio di Pablo Neruda
Ruscello, tu che passi mormorando
con la voce cristallina questa canzone,
tu che passi così, sempre cantando,
dando le tue acque come benedizione,
tu che sai di vita, tu che sai
l’allegria ridente dell’ amore.
Che ti dicono gli occhi degli uccelli?
Ti han detto della mia vita e del mio dolore?
Io sono un albero vecchio, sono stanco,
ha il mio pianto il sale della mia afflizione,
e anche se tengo le braccia levate
non viene mai una consolazione.
Ho aspettato le gemme benedette,
ma sono ormai stanco di aspettare.
La tenera primavera non è venuta,
la porti tu, ruscelletto, nel tuo cantare?
Coi miei oscuri tronchi contorti
io sono come uno spettro nel verde
dell’allegra prateria. Sono vinto
e sono solo, molto solo, nel mio dolore.
Si aggrappano alla terra le mie radici,
contratte dalla disperazione.
I fiori coi loro timidi toni
sono vissuti nella mia fedele rassegnazione.
Io sono un albero vecchio, sono stanco,
ha il mio pianto il sale della mia afflizione,
e anche se tengo le braccia levate
non viene mai una consolazione…
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