La Gallina Dora

Sanja Rotim

C’era una volta una famiglia molto ricca con tre figli maschi. Dopo tanti anni di matrimonio nacque anche il quarto figlio. Gli diedero il nome Toni. La differenza d’età tra i primi fratelli e l’ultimo era parecchia. I primi tre erano molto affiatati e facevano fatica ad accettare un fratello molto più piccolo di loro. Toni cresceva ma sembrava diverso da loro. Con il passare del tempo divenne grande anche lui, ma era timido, introverso e persino un po’ imbranato. Così si ritrovava a essere preso in giro in continuazione nonostante il dispiacere e i rimproveri dei genitori.

“È il vostro fratello più piccolo, dovreste aiutarlo e proteggerlo, non trattarlo in quel modo”, la madre sembrava triste e pensierosa mentre lo diceva. Un giorno la mamma purtroppo si ammalò e dopo qualche mese morì. Seguirono giorni tristi, ma il rapporto tra fratelli non cambiò. Dopo la morte della moglie, il padre divenne ogni giorno più taciturno e strano. Non sopportava l’idea di stare in casa senza moglie e si fece costruire una capanna con un pollaio adiacente di cui si occupava personalmente. Questa novità sembrava a tutti incomprensibile perché la sua era da sempre una famiglia benestante. La casa in cui vivevano sembrava un castello con tanti dipendenti al loro servizio. Inoltre avevano tanti terreni e ingenti risparmi in banca. Ma il padre continuava a dire che gli piaceva stare tutto il giorno a curare il pollaio. Diceva anche che aveva una gallina preferita di nome Dora e raccomandava a tutti di non cercare di avvicinarsi al pollaio perché le galline si spaventavano facilmente. I quattro figli erano molto preoccupati per papà perché sembrava aver perso la ragione, ma rispettavano attentamente le sue richieste.

Un giorno morì anche il padre e i figli furono in seguito chiamati dal notaio per la lettura del testamento. Così il primo figlio ereditò la casa, il secondo i terreni e il terzo i risparmi in banca. Tutti e tre rimasero contenti perché i terreni avevano lo stesso valore della casa e anche i risparmi in banca sarebbero stati sufficienti a comprare una casa come quella dei genitori. Tutto sembrava diviso perfettamente. Ma quando il notaio lesse che la parte ereditata da Toni era la capanna e il pollaio si misero a ridere.

“Hai visto cosa ti ha lasciato il papà? Aveva capito anche lui che tu sei diverso da noi, ah, ah”, anche in questa triste occasione si comportarono in maniera non appropriata. “Ma cosa ho fatto io di male per non ereditare niente?” si chiedeva Toni, ma non disse quello che pensava. Non voleva che trapelasse la sua disapprovazione. “Se il papà mi ha lasciato la capanna e il pollaio avrà avuto le sue motivazioni”, disse ai fratelli. “Certo che le ha avute. Non sei come noi!”.“Basta chiacchiere adesso, dovete firmare”, li ammonì il notaio.

Tornarono a casa tutti soddisfatti tranne Toni. I fratelli iniziarono a prenderlo ancora più in giro e lui non riusciva più a sopportarli. Così dopo qualche mese decise di andarsene di casa. Ma dove avrebbe potuto andare se non in quella capanna? Sembrava deluso dal papà e cominciò a pensare che veramente lui non valeva quanto i suoi tre fratelli grandi. Quando comunicò loro la sua decisione sembravano contenti. “È giusto così”, disse uno di loro. E Toni si ritrovò nella capanna che almeno era di sua proprietà. “Chissà per quale motivo al papà piaceva stare qui? Forse voleva stare solo in tranquillità un po’ e basta. Ma lo scoprirò”, si disse Toni. Così per un paio di giorni non uscì mai dalla capanna, restando dalla mattina alla sera a rimuginare. Poi decise di vedere il pollaio. C’erano poche galline dentro.

“Quella sarà Dora”, dedusse vedendo una gallina più grossa delle altre. Era lì accovacciata, sembrava immobile. All’improvviso scorse qualcosa luccicare sotto di lei. Si avvicinò. La gallina non sembrava spaventata e si alzò. Lui prese quella strana cosa luccicante ed ebbe un sussulto. “Mamma mia, questo è un uovo d’oro!”, la sorpresa fu tale che rimase a bocca aperta. Non si trattava di un uovo qualsiasi, ma un uovo d’oro pesante con le decorazioni. “Per questo che papà non voleva che nessuno si avvicinasse al suo pollaio. Questo era il suo segreto”. Ritornò nella capanna contento, pensando a come avrebbe potuto vendere l’uovo. Il giorno dopo impaziente si recò di nuovo nel pollaio e lì lo attendeva un altro uovo d’oro, decorato in modo diverso. Nei giorni seguenti apparvero altre uova per la
sua incredula felicità. Ormai Toni aveva raccolto abbastanza uova e decise di andare da un gioielliere per capire se ci fosse la possibilità di venderli.

“Ragazzo mio, queste uova valgono tanto, ma proprio tanto. Come le hai avute?” chiese stupito il gioielliere. “Mi spiace signore, ma non posso rivelarglielo. Mi interesserebbe venderle”, rispose Toni. “Mi piacciono molto, ma io non ho tutti questi soldi. Forse potrei trovarti qualche cliente. Ci sono sempre persone ricche che collezionano di tutto. Però una percentuale andrebbe a me”, gli spiegò il gioielliere. “Naturalmente. Ma vorrei non svelare la mia identità agli acquirenti”. “Nessun problema”. Così si misero d’accordo su tutto. Toni gli lasciò un uovo come campione. Non passò molto tempo che il gioielliere gli comunicò la bella notizia. Aveva trovato un collezionista interessato.

Così Toni iniziò a guadagnare molto. L’interesse per le sue uova aumentò e presto si accorse che gli acquirenti erano più di uno. La gallina Dora continuava ogni giorno a deporre un uovo d’oro sempre più bello di quello del giorno prima. Dopo un anno, i soldi guadagnati gli avrebbero permesso di comprare una villa bella come quella dei genitori. E Toni decise infatti di comprarla. Stranamente dal giorno in cui si era trasferito nella nuova casa la gallina Dora smise di deporre le uova d’oro. Ma Toni ormai era soddisfatto, forse era giusto così. Adesso anche lui aveva una casa bella come i suoi fratelli. Da quando era andato via di casa non li aveva più visti, ma era rimasto in contatto con loro. Aveva saputo che ognuno di loro ormai viveva per conto proprio, il maggiore nella casa dei genitori, gli altri due si erano comperati una casa grande vendendo i terreni e utilizzando i risparmi lasciati dai genitori. Toni fece arrivare la notizia che anche lui aveva una casa bella e grande, ma loro non ci credettero. Così decise di invitarli. Sarebbe stato anche giusto continuare a frequentarsi, in fine dei conti erano sempre fratelli. I fratelli accettarono l’invito e il loro stupore fu indescrivibile vedendo la casa in cui viveva Toni.

“Come hai fatto a comprare questa casa? Con quali soldi?” chiesero. “Con i soldi del papà.” Poi raccontò tutta la storia della gallina Dora. Loro rimasero a bocca aperta. Ognuno di loro tre aveva a casa una collezione d’uova d’oro decorate. Adesso tutti avevano capito che il papà non aveva preferenze e che aveva diviso i suoi averi in modo equo tra i quattro figli. I rapporti tra i fratelli migliorarono e loro continuarono a frequentarsi e vissero felici e contenti.

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