La zucca
Lorenzo Pignotti
Tratta da Favole in Versi dei Principali Favoleggiatori, Sonzogno, 1878

Leggiamo insieme La zucca di Lorenzo Pignotti
Dolevasi una zucca
D’esser da la natura condannata
A gir serpendo sopra il suol umile:
“lo dicea – calpestata
Mi trovo ognor da ogni animal più vile,
E dentro il limo involta,
E nel crasso vapor sempre sepolta,
Che denso sta su l’umido terreno,
Mai non respiro il dolce aer sereno”.
A cangiar sorte intenta
Volse e rivolse i rami serpeggianti
Ora indietro, ora avanti,
Strisciando sopra il suol con gran fatica,
Tanto che giunse a un’alta pianta antica;
I pieghevoli rami avvolse allora
Al tronco de la pianta intorno intorno,
Strisciando chetamente e notte e giorno,
Talché fra pochi dì trovossi giunta
De l’albero a la punta,
E voltandosi in giù, guardò superba
Gli umil virgulti, che giacean su l’erba.
Questi ripieni allor di maraviglia,
“Chi mai – dicean fra loro –
Portò con lievo inaspettato salto
Quel frutice negletto tanto in alto?”
Rispose il giunco allora:
“Sapete con qual arte egli poteo
Giungere a l’alta cima?
Vilmente sopra il suol strisciando prima”.
La zucca degli onor la strada insegna
A chi gli onori a prezzo tal non sdegna.