Le formiche
Edvige Pesce Gorini
Leggiamo insieme: Le formiche di Edvige Pesce Gorini
Le formiche vanno assai piano;
trasportano un seme, un fuscello,
un chicco dorato di grano,
un filo di paglia leggera;
dal buco, scavato sottoterra,
vengono e vanno lontano.
Ritornano, in fila, pian piano,
durando così fino a sera.
Lavorano tutte: le grosse
formiche dal capo rotondo,
e quelle piccine piccine
che sono un po’ brune e un po’ rosse.
Non sempre c’è aprile che brilla,
non sempre c’è maggio fiorito:
non sempre c’è giugno che stilla
dolcezza di frutti, né luglio
col mare di messi, né agosto
coi gialli covoni e le trebbie,
né ottobre col denso suo mosto.
L’inverno, coi giorni più brevi,
col geli, coi venti e le nevi,
arriva improvviso; ed allora
bisogna, nel nido profondo
aver di che vivere in pace.
Bisogna aspettarla quell’ora:
non esser di tutto sprovvisti
non esser rimasti nell’ozio,
non esser stati mai tristi.
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