Ora l’autunno

Salvatore Quasimodo

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Ora l’autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora udremo,
prima di notte, l’ultimo lamento
degli uccelli, il richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto di mare. E l’odore di legno
alla pioggia, l’odore delle tane,
comè vivo qui fra le case,
fra gli uomini, o miei dolci animali…
Questo volto che gira gli occhi lenti,
questa mano che segna il cielo dove
romba un tuono, sono vostri, o miei lupi,
mie volpi bruciate dal sangue.
Ogni mano, ogni volto, sono vostri.
Tu mi dici che tutto è stato vano,
la vita, i giorno corrosi da un’acqua
assidua, mentre sale dai giardini
un canto di fanciulli. Ora lontani,
dunque, da noi? Ma cedono nell’aria
come ombre appena. Questa la tua voce.
Ma forse io so che tutto non è stato.

 

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