Il Piave mormorava

Ermete Giovanni Gaeta (1918)

Piave mormoravaIl Piave mormorava: una delle più famose canzoni patriottiche d’Italia

La canzone “Il Piave mormorava”, nota anche come “La canzone del Piave” o “La leggenda del Piave”, fu scritta nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta ed è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane.

L’obiettivo della canzone, molto orecchiabile, è quello di incitare l’esercito italiano alla battaglia e veniva cantata dai soldati durante la faticossisima guerra in trincea.

La canzone commemora l’entrata in guerra dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale tra il 23 e il 24 maggio del 1915.

Per un certo periodo fu anche scelta come Inno Nazionale dal Governo Italiano (dal 1943 al 1946).

 

Testo de “Il Piave mormorava”

 

Prima Stofa:
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
Dei primi fanti il ventiquattro maggio:
l’Esercito marciava per raggiunger la frontiera,
per far contro il nemico una barriera.
Muti passaron quella notte i fanti;
tacere bisognava e andare avanti.
S’udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar de l’onde:
era un passaggio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: “Non passa lo straniero”.

Seconda Stofa:
Ma in una notte triste si parlò di tradimento**,
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
per l’onta consumata a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti.
S’udiva allor dalle violate sponde
Sommesso e triste il mormorio de l’onde:
come un singhiozzo in quell’affanno nero.
Il Piave mormorò: “Ritorna lo straniero”.

Terza Stofa:
E ritornò il nemico, per l’orgoglio e per la fame
Volea sfogar tutte le sue brame.
Vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allor…
“No” disse il Piave, “No” dissero i fanti,
“mai più il nemico faccia un passo avanti”.
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E come i fanti combattevan le onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
Il Piave comandò: “Indietro va’ straniero!”.

Quarta Stofa:
E indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
E la Vittoria sciolse le ali al vento.
Fu sacro il patto antico: tra le schiere furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro e Battisti.
Infranse alfin l’italico valore
Le forche e l’armi dell’impiccatore.
Sicure l’Alpi… libere le sponde
E tacque il Piave: si placaron l’onde.
Sul patrio suol, vinti i torvi imperi,
la pace non trovò nè oppressi, nè stranieri.

 

Spiegazione e significato della canzone

“Il Piave mormorava” (o “La canzone del Piave” o “La leggenda del Piave”) è la storia di una guerra non tanto di offesa, ma più di difesa della Patria per completare l’unità d’Italia. Guerra combattuta con grande valore dai soldati italiani e sostenuta dal popolo.

 

Prima Strofa

L’Italia entra nella Prima guerra Mondiale nella notte tra il 23 e il 24 maggio del 1915 anche per cercare di concludere il processo di unità nazionale liberando il Trentino e la Venezia Giulia dagli Austriaci.
In quella notte l’esercito marcia quindi silenzioso verso il confine con l’Austria e quando passa vicino al Piave, il fiume esprime la sua gioia con un tripudio di onde.

 

Seconda Strofa

Il 24 ottobre del 1917 c’è la disfatta di Caporetto e per evitare l’accerchiamento l’esercito dovette arretrare con pesanti perdite e conseguenti polemiche.
Si decise di arruolare i giovani diciottenni (classe 1899) che furono molto coraggiosi e il Piave fu preso come simbolo della Patria difesa con rinnovata energia e determinazione.

 

Terza Strofa

Nel giugno del 1918 l’eroica resistenza italiana riesce a ricacciare indietro la potente offensiva degli austriaci, che si ritirano in disordine sul Piave insieme ai loro alleati tedeschi.
La battaglia del Piave costò all’Austria molti uomini ed è ricordata come una delle più gloriose della storia d’Italia

 

Quarta Strofa

Il 24 ottobre del 1918 l’esercito italiano sfonda le linee nemiche lanciando una massiccia offensiva che portò l’Italia alla vittoria.
L’avanzata degli italiani fu travolgente: furono catturati molti prigionieri nemici e il 3 novembre l’esercito entrò in Trento e Trieste, costringendo l’Austria alla resa. L’armistizio fu firmato lo stesso giorno e la guerra finì il 4 novembre.
Da quel momento le acque del Piave si placarono perché finalmente gli italiani erano liberi sul patrio suolo, dalle Alpi al mare.

 

** In altra versione della canzone questo verso è sostituito da: “Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento”

 

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