Dove vanno le lucertole d’inverno

Lucertole in inverno

Le lucertole fanno parte di quegli animali che si incontrano ovunque tranne che d’inverno.

Che si viva in città, in campagna, al mare o in montagna le lucertole fanno parte della nostra quotidianità… ma come arrivano i primi freddi scompaiono. 

Dove vanno?

Lucertole in inverno

Quando arriva il periodo invernale, le lucertole attuano una sorta di letargo che è più appropriato definire come “latenza invernale“.

Le lucertole infatti sono animali “a sangue freddo”, se rimanessero all’aperto congelerebbero.

Si nascondono quindi in luoghi riparati come una crepa in un muro o un buco per terra. Ma possono svegliarsi anche in pieno inverno per uscire nelle ore più calde della giornata a riprendersi quel raggio di sole. 

Si tratta quindi di una strategia di sopravvivenza, considerando anche che la lucertola comune si nutre principalmente di insetti, larve e bruchi. Tutti animali che nei mesi invernali scompaiono o quasi.

Perché le lucertole perdono la coda?

Ma c’è anche un’altra particolarità che rende questo animale particolarmente interessante. Un fenomeno che incuriosisce l’uomo da secoli. 

Per difendersi dai suoi predatori, infatti, le lucertole mettono in atto un meccanismo difensivo inconfondibile.

Con delle potenti contrazioni muscolari riescono a provocare il distacco della coda per fuggire alle grinfie del loro assalitore. Questa particolare capacità è detta anche “strategia dell’autonomia“.

Col tempo, la coda ricresce fino ad acquisire il suo aspetto iniziale.

Lucertole in inverno

La Lucertola Gonzilla

Racconto di Roberto Piumini

Tratto dal volume “Mi leggi un’altra storia?” R. Piumini – T. Altan Lo scaffale d’Oro Einaudi Ragazzi 2001

C’era una volta una lucertola molto prepotente: era più grossa delle altre e si chiamava Gonzilla. Quando vedeva un’altra lucertola, le andava davanti e diceva:

“Non rubarmi il sole, tu!”

“Ma io non te lo rubo, Gonzilla! Di sole ce n’è per tutte!”

“Storie! Il sole che prendi tu non lo prendo io!” gridava Gonzilla. “Vattene, o ti mordo la coda!”

Più in là c’era un’altra lucertola al sole. Gonzilla le correva davanti.

“Questo sole è per me, ladruncola!”

“Ma di sole ce n’è per tutte!”

“Sciocchezze! Il sole che prendi tu non lo prendo io!”, e la scacciava.

Così faceva Gonzilla, giorno dopo giorno. La vita delle lucertole era difficile, e allora decisero di andare da Malibù, una vecchia gazza saggia, che viveva su un’acacia.

Malibù ascoltò le lucertole, e così rispose:

“Domani a mezzogiorno nascondetevi tutte, e lasciate fare a me.”

Il giorno dopo Malibù volò su un ramo vicino a dove Gonzilla stava prendendo il sole. Non c’era nessun’altra lucertola nelle vicinanze. La gazza guardò un poco Gonzilla,

poi tolse da sotto le piume una lente che aveva rubato qualche anno prima sulla nave di un pirata. La mosse di qua e di là, spostandosi sul ramo, finché riuscì a concentrare un raggio di sole sulla testa di Gonzilla, che se ne stava beata a occhi chiusi.

“Ahiahia!” gridò la lucertolona, e aprì gli occhi. Da sopra la testa saliva un filo di fumo.

“Cosa succede, cara?” disse Malibù, dopo aver nascosto la lente sotto l’ala.

“Succede che mi sono bruciata qui sopra!”

“E’ stata la luce del sole, cara!” disse Malibù, muovendo la coda pennata.

“Il sole? Ma come? Il sole non mi ha mai scottato in questo modo!” disse Gonzilla.

“Eh già…Ma vedi, adesso le altre lucertole non ci sono più…” disse la gazza. “Prima la luce andava su tutte: ora che sei sola cade tutta su di te, e ti scotta!”

“Davvero?” disse Gonzilla, e si mise a correre di qua e di là chiamando: “Sorelle, amiche, lucertole care, tornate, presto!”

Fu così che Gonzilla smise di disturbare le lucertole, e non si scottò più.

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