Anna Lo Piano: Vanessa la draghessa

Edoardo era un bellissimo principe che abitava tutto solo in un grande castello, circondato da un magnifico giardino. Un giardino così magnifico che i turisti venivano da tutto il mondo per visitarlo.
Ma ad Edoardo non importava niente né del giardino né del castello, né tanto meno dei turisti. Lui passava tutto il giorno a suonare il flauto affacciato alla finestra della sua camera, perché da quella finestra si vedeva la caverna di fronte, dove abitava una drago femmina di nome Vanessa.
Vanessa era una Draghessa fuori dal comune. Aveva vinto medaglie in tutte le specialità sportive dei draghi, ed era stata per tre volte campionessa assoluta di sputafuoco, volorapace e tagliatelle, e non vi stupite delle tagliatelle perché nessun drago può veramente definirsi tale se non sa fare la pasta fatta in casa.
Poiché era un drago, e come tale doveva comportarsi, Vanessa aveva rapito diverse fanciulle con la tecnica del volorapace, e le teneva prigioniere nella sua caverna. Fra tutte queste fanciulle la più bella era sicuramente Betta Perfetta. Betta era una vera principessa delle favole: aveva il naso all’insù, i capelli biondi e boccolosi, gli occhi azzurri e i piedi piccoli come quelli di Cenerentola. Inoltre sapeva cantare, suonare e danzare. Insomma era veramente perfetta sotto ogni punto di vista.
Betta, che era anche molto sveglia, si era accorta che Edoardo spiava la caverna dalla sua torre, e guardandolo sospirava:
– Ah, come vorrei che quel bel principe venisse a salvarmi!
Un giorno, finalmente, Edoardo si decise a montare sul suo cavallo bianco e a dirigersi verso la caverna.
Appena se ne accorsero, le fanciulle rapite cominciarono a correre di qua e di là in preda all’agitazione.
– Sta venendo a prendere me! – urlava una aggiustandosi le gonne.
– No! No! E’ me che viene a prendere! – strillava un’altra mentre si incipriava il naso.
E intanto si davano botte e spintoni per rubarsi il posto davanti allo specchio.
Solo Betta Perfetta non si agitava per niente e se ne stava tutta tranquilla in un angolo con il naso all’insù. Lei non aveva mica bisogno di aggiustarsi, visto che era sempre perfetta!
– Ora basta ragazze! – disse Vanessa, e con due colpi di coda ben assestati le scansò e raggiunse indisturbata la porta della caverna, dove Edoardo aspettava di essere ricevuto.
– A che devo la tua visita? – chiese al principe con voce gentile, perché era una draghessa feroce ma ben educata.
– Sono perdutamente innamorato – rispose Edoardo.
Vanessa strabuzzò gli occhi e agitò le ali. Poi indicandogli le fanciulle gli chiese:
– E di chi?.
– Di te, Vanessa – disse allora Edoardo gettandosi ai suoi piedi – dal giorno in cui ti ho vista vincere la prova di sputafuoco io muoio d’amore per te. Sposami subito, per favore!
– AAAAArgh! – Gridò Vanessa e per l’emozione sputò un getto di fuoco che a momenti inceneriva il povero Edoardo – Anch’io ti amo . Non ho mai osato confessarlo a nessuno, ma è per te che sono venuta ad abitare in questa caverna, proprio di fronte al tuo castello. E così dicendo prese Edoardo fra le sue belle zampone e lo baciò.
Le ragazze, che avevano assistito all’intera scena, batterono le mani per la contentezza, perché erano principesse delle favole e adoravano le storie a lieto fine. Invece Betta Perfetta, che era rimasta nel suo angolo tutta sdegnosa, si mise a battere i piedi urlando:
– Non è giusto! Non è giusto!
Poi cominciò a sferrare calci e pugni all’impazzata gridando:
– Sono arrabbiata! Sono arrabbiata!
E infine si diede a spaccare tutto quello che le capitava sotto mano sbraitando:
– Ora vi faccio vedere io!
Le ragazze scapparono a nascondersi dietro i divani e le tende, mentre Vanessa cercava di mettere in salvo quanto poteva.
Ferma! – gridò Vanessa vedendo Betta avvicinarsi pericolosamente alla dispensa dei filtri magici – Quella è roba pericolosa !
Ma Betta era troppo arrabbiata per ascoltarla. Aprì lo sportello della dispensa e buttò per terra tutto il contenuto.
Batabuum! Un’enorme esplosione fece tremare tutta la caverna e una nuvola densa di polvere verde invase la stanza.
– Cough cough – tossì Edoardo.
– Cough cough – tossì Vanessa.
– Cough cough –  tossirono le ragazze.
– Cough cough – tossì Betta Perfetta.
Quando il polverone si fu diradato Edoardo ebbe una terribile sorpresa. Per colpa di quel miscuglio di filtri, le ragazze si erano trasformate in draghi del tutto identici a Vanessa.
– Chi è la vera Vanessa? – chiese Edoardo. – Sono io!- disse una.
– Sono io! – disse un’altra.
– Sono io! – disse una terza.
Edoardo si guardò intorno disperato. Decine di occhi gialli lo guardavano adoranti, come avrebbe fatto adesso a riconoscere fra tutte quelle draghesse la sua vera fidanzata?
Allora si mise a pensare e alla fine disse:
– Ho deciso. Organizzerò un torneo di gare di draghi e la vincitrice sarà la mia sposa.
E lo disse perché era fermamente convinto che Vanessa avrebbe vinto tutte le gare.
Si diede dunque inizio al torneo nel cortile della caverna.
La prima gara era sputafuoco, bisognava accendere un fiammifero distante sette leghe magiche, e quindi lo sputo di fuoco doveva essere potente e preciso al tempo stesso.
Una dopo l’altra le draghesse si cimentarono nella prova. Ma una si bruciò i piedi, l’altra sputò acqua di rose, un’altra ancora rischiò di dare fuoco alla coda di un lupo mannaro. Solo le ultime due draghesse riuscirono ad accendere il fiammifero perfettamente, senza sprecare neanche una scintilla.
– Brave – disse Edoardo – ora passiamo alla seconda prova.
La seconda prova era volorapace. Bisognava gettarsi in picchiata in mezzo ai cespugli di spine e afferrare un millepiedi con gli alluci. Era una prova difficilissima e quasi tutte le draghesse fallirono. Chi si schiantò sui rovi, chi afferrò per sbaglio un topo, chi distrusse un formicaio. Solo le solite due draghesse superarono la prova perfettamente, riuscendo ad afferrare il millepiedi con gli alluci senza farsi neanche un graffio.
– Una delle due deve essere per forza Vanessa – pensò Edoardo fra sé e sé – perché è una campionessa, e l’altra deve essere Betta Perfetta perché fa tutto perfettamente.
Disse allora alle due draghesse:
– Voi siete le sole ad aver superato le prime prove, e quindi avete il diritto di confrontarvi nell’ultima, che è anche la più difficile: la gara di tagliatelle.
Edoardo le prese entrambe a braccetto e insieme si avviarono verso le cucine della caverna.
Qui era stato tutto sistemato per la gara. C’erano due enormi tavoli stracolmi di ogni ben di Dio: centinaia di uova, quintali di farina, cesti di pomodori e mazzi di basilico, più un barile d’olio d’oliva.
– Pronte,Via! – disse Edoardo.
E la gara iniziò. Le due draghesse impastavano e tiravano la sfoglia mentre Edoardo suonava il flauto.
– Smettila di fare rumore! – brontolò la prima – mi togli la concentrazione.
– Che musica dolce! – esclamò la seconda, e si commosse al punto che due grosse lacrime caddero nell’impasto di uova e farina.
Quando le tagliatelle furono pronte, condite e servite nei piatti, Edoardo si avvicinò per esaminarle.
Le tagliatelle della prima draghessa erano perfette, tutte uguali, il pomodoro era disposto in cerchi concentrici e sulla collinetta di pasta troneggiava un bel ciuffo di basilico.
Le tagliatelle della seconda draghessa, invece, erano tutte storte, una più corta e l’altra più lunga, il pomodoro traboccava dal piatto e il basilico vacillava . Inoltre il piano della cucina era ricoperto da una quantità indefinibile di schizzi di sugo.
Edoardo prese una forchettata dal primo piatto. MMMM! Erano davvero squisite! Da tempo non mangiava delle tagliatelle così buone.
Poi prese una forchettata dal secondo piatto. Che sorpresa! Queste non solo erano squisite ma dentro si sentiva tutto l’amore con cui erano state fatte.
– Sei tu la mia Vanessa, ti ho riconosciuta! – disse Edoardo, e la baciò. Allora Vanessa se lo mise a cavalluccio sulle spalle e cominciò a ballare per la contentezza
– Non è giusto, non è giusto! – strepitò Betta Perfetta tutta rossa in viso.
– Non ti arrabbiare, Betta – le disse Edoardo – altrimenti rischi di combinare un altro disastro.
E per consolarla aggiunse:
– Tieni, Betta, ti regalo le chiavi del mio castello. Puoi andare a viverci insieme alle fanciulle rapite o farne quello che vuoi. Io non voglio starci, a me non piacciono i castelli, preferisco le caverne dei draghi, sono più comode.
E così fecero. Vanessa rimise a posto i filtri magici e ne preparò uno speciale per trasformare di nuovo le draghesse in fanciulle. Ma dopo tanti anni vissuti insieme prigioniere le principesse erano diventate così amiche che non volevano separarsi per nessuna ragione al mondo. Così decisero di andare a vivere tutte insieme a Betta nel castello di Edoardo. Betta diventò un’ottima regina e sotto la sua direzione il castello diventò ancora più bello e più ricco di prima, tanto che i turisti dovevano fare lunghe file per visitarlo.
Quanto a Edoardo e Vanessa, essi vissero per sempre nella caverna felici e contenti, giocando a giochi selvaggi e rimpinzandosi di tagliatelle.

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