Il pilota del miciorazzo

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Il pilota del miciorazzo

di Domenica Luciani e Roberto Luciani
Feltrinelli
Collana “Il gatto nero”
2009

La notte del settantasette Tordaio dell’anno Cinquemiladue dell’Era Felina, su Bumppo successe un fatto straordinario: mentre tutto il pianeta era immerso come al solito in un sonno profondo, due gatti rimasero svegli. è difficile che un gatto sprechi il tempo prezioso destinato al sonno. E difatti a Bumppo i proverbi più famosi sono: “La notte ha l’oro nel cuscino’ e “Chi sta sveglio si perde il meglio’.
Eppure, alle ore sessantanove e tre quarti di quella notte, in una casetta con la porta dipinta a stelle e un cannocchiale sul tetto, le luci erano accese. Se qualcuno avesse sbirciato dalla finestra, avrebbe visto questa scena: un gatto a strisce rosse che passeggiava su e giù col muso accigliato e le zampe intrecciate dietro la schiena; un grasso gatto nero, appollaiato su una sedia, con un libro aperto in una zampa e un tordo arrostito nell’altra.
Ormai sapete che il gatto a strisce rosse si chiama Ottokar e quello nero si chiama Rolf.
– Allora, Ottokar-  disse Rolf azzannando un’ala del tordo: – qual è la costellazione più pericolosa per un gatto?
– La so! – gridò Ottokar: – E’ il cane!
– Giusto – disse Rolf a bocca piena.
Rolf girò la pagina del libro, intitolato: “100 quiz per diventare pilota del miciorazzo’. Poi succhiò per bene l’osso dell’ala di tordo. Quindi disse:
– E senti questa: una strada del cosmo tutta la leccare.
– E’ la Via Lattea! – esclamò Ottokar.
Rolf si leccò i baffi e richiuse il manuale dei quiz, infilando dentro l’osso come segnalibro.
– Sai proprio tutto – disse compiaciuto. – Domani passerai sicuramente l’esame!
“Magari!’ pensò Ottokar. Ottenere il brevetto di pilota del Miciorazzo era il suo sogno. O meglio, il suo sogno era poter esplorare l’universo per scoprire se ci fosse vita felina su altri pianeti. Ottokar non credeva che gli alieni fossero gatti verdi con tre code e baffi a zigzag. Però pensava che da qualche parte ci potesse essere un mondo diverso da Bumppo popolato da gatti belli e intelligenti come i Bumppesi. Ma per scoprirlo era indispensabile il brevetto di pilota!
Ottokar si avvicinò alla finestra e scostò le tendine.
– Ha smesso di nevicare – disse.
Naturalmente intendeva dire: “di nevicare tordi’, perché a Bumppo non nevica mai fiocchi di neve, ma tordi arrostiti oppure cosce di pollo.
– Che guaio, io ho ancora fame – disse Rolf.
In realtà aveva già mangiato tutti i tordi che gli erano piovuti sulla testa in quella rigida mattina di tordaio. E siccome erano uccelli belli grassi, ora era pieno di bozzi in mezzo agli orecchi. Rolf era un tipo insaziabile, tanto che avrebbe desiderato avere non uno, ma tre stomaci da poter inzeppare come sacchi della spesa.
Ottokar aprì la finestra e raccolse i tre tordi arrosto che si erano posati sul davanzale. Poi li mise sotto il muso dell’amico.
– Ecco qua. Puoi mangiare la mia scorta – disse a Rolf.
– E tu? Non mi fai compagnia? – chiese Rolf.
Ottokar prese a grattarsi furiosamente dietro un orecchio, dove tre pulci stavano facendo un allegro picnic.
– No, sono troppo nervoso – disse. – Ho lo stomaco chiuso dalla preoccupazione.
Rolf lo guardò incredulo. Primo perché il suo stomaco non conosceva orario di chiusura, anche quando era nervoso per qualche motivo. Secondo perché Ottokar era più che preparato e perciò non doveva temere di essere bocciato.
Così esclamò:
– Perché ti preoccupi? Sei ferratissimo in materia di guida miciospaziale!
– Sono ferrato sulla teoria – rispose Ottokar. – Ma la pratica… quello è un altro paio di maniche!
Infatti lo sa anche il gatto (anzi, lo sa principalmente il gatto) che guidare un miciorazzo è una cosa difficilissima. Cioè, non tanto guidarlo, quanto farlo partire, perché questa astronave parte solo se alimentata con un carburante speciale: le fusa. Ma il gatto pilota, per potere fare le fusa, dev’essere felice.
– Capisci? – proseguì Ottokar – Io non posso fare le fusa a comando se non mi va. E se non mi va il miciorazzo rischia di andare in panne!
– Ti capisco – convenne Rolf sbuzzando un tordo con un unghiello. – Anch’io faccio le fusa solo se sono sazio. E questo avviene piuttosto di rado.
Ottokar sospirò e riprese a passeggiare su e giù per la stanza. Rolf riaprì il manuale dei quiz alla pagina segnata dall’osso di tordo. Poi chiese:
– Sai dirmi la dose minima di fusa necessaria per l’accensione del miciorazzo?
– Venticinque purr virgola nove – rispose pronto Ottokar. – E il pieno arriva a novantasette purr netti.
– Esatto! – esclamò Rolf. – Sei un drago!
“No, sono solo un gatto che vuole diventare esploratore spaziale” pensò Ottokar.

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