Marco Moschini: C’era una volta… piega due volte!
I bambini mi hanno insegnato che bisogna affascinarli perché apprendono per fascinazione; che dobbiamo puntare sull’immaginazione perché se non viene immaginato il futuro non arriva da solo; che la parola, per chi ha tre, quattro, cinque anni, deve essere strettamente legata alle immagini, infatti i bambini pensano per immagini molto più di quanto sappiamo fare noi adulti. È per questo che i miei sono “versi illustrati”.
Qualcuno ha detto che noi siamo acqua e farina: per diventare pane ci vuole il lievito e il lievito è dato dagli incontri che si fanno nella vita. Ebbene anche in un libro per bambini molto piccoli si possono fare bellissimi incontri.
Gli albi Giochiamo a nascondino e Che meraviglia il circo!, Artebambini 2022, con target dai tre anni, giocano sulla sorpresa verbale e grafica e invitano a guardare il mondo con meraviglia e con fiducia.
In ogni pagina utilizzano una particolare piegatura che, oltre ad essere funzionale allo sviluppo della storia, moltiplica lo stupore della parola, chiama in causa una realtà giocata sull’ambiguo e sul possibile e invita alla manualità.
Questo intervento manuale richiama l’importanza che Maria Montessori attribuisce all’uso della mano in quanto “strumento dell’intelligenza” e quindi “organo psichico”. In conseguenza della piegatura, la carta con cui sono fatti “non ha solo funzione di supporto su cui stampare parole e immagini ma diventa anche struttura tridimensionale da esplorare con gli occhi e con le mani” (Loredana Farina).
Sono infatti albi “a sorprese visive e tattili”. Le immagini sembrano fotogrammi in rapida successione e facilitano quell’importante momento di passaggio dall’abituale fruizione del cartone animato al libro propriamente detto.
Quella piegatura è anche di notevole rilevanza educativa.
Quando piegai il foglio per la prima volta in quel modo, lo feci per stimolare i bambini al disegno: partendo da un segno grafico tracciato sul foglio bianco, spingevo a disegnare la parte mancante e quindi a fare ipotesi su quello che sarebbe stato il disegno completo.
Le piegature, poi, suggerendo soluzioni grafiche ancora diverse e ulteriori punti di vista, invitano anche a riflettere: se vedo solo una parte del disegno posso essere tratto in inganno riguardo alla soluzione finale.
Bisogna quindi essere cauti nel dare giudizi senza appello, davanti a un foglio ripiegato come nella vita.
La conoscenza perciò va approfondita, se non vogliamo valutare in modo superficiale.
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