Raccontami una fiaba: L’angelo

Drawing of angel and childQuesta fiaba di Andersen è impegnativa, ve lo preannunciamo, ma molto bella. E’ particolarmente adatta per i primi giorni di novembre, quando ricordiamo i nostri cari che ci hanno lasciato, ma che, in modo misterioso, ci guardano ancora dal Cielo: L’angelo.

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Un po’ di storia

La fiaba racconta di un angelo che porta un bambino in Cielo. Ma anche lui era un bambino, prima, sulla terra, come lui, e lo conosceva. Anzi: mentre lo trascina sù, gli racconta tutta la sua storia. Quando il bambino gli chiede come fa a sapere tutte queste cose di lui, a quel punto l’angioletto glielo rivela.

La storia finisce con il bambino che guarda il viso bello e felice dell’angelo e arriva in cielo, dove non c’è più la sofferenza, ma solo gioia e beatitudine. Dio lo stringe al suo cuore e insieme all’angelo volano via. E tutti gli angeli in coro cominciano a cantare.

Una favola, tanti significati

L’angelo (Engelen) è una fiaba di Hans Christian Andersen del 1843-44; narra la storia di un angelo che aiuta un bambino morto a raccogliere dei fiori per portarli in cielo. Il racconto potrebbe esser stato ispirato dalla morte della figlia maggiore dei suoi amici, Edvard e Jette Collins.

Secondo Sant’Agostino l’angelo è  “spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo”. Gli angeli, secondo la Chiesa Cattolica, sono servitori e messaggeri di Dio perché “vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli » (Mt 18,10)”.

Ricordiamoci che Jolanda Restano ha scritto Il piccolo libro dell’Angelo Custode. Leggete anche questa bella canzoncina, molto famosa (per chi ha frequentato l’asilo, ma anche l’oratorio, gli scout,  e soprattutto tra gli “over40”, visti i riferimenti alle dive di una volta…): La canzon degli angioletti.

Qualche aneddoto

Spesso si usa l’espressione “avere un santo in paradiso“, che però ha un’accezione abbastanza negativa. Significa infatti che a qualcuno vanno bene le cose perché c’è sempre un altro che lo aiuta, anzi, lo raccomanda o gli dà una spinta…

Invece “avere un angelo in paradiso” di solito si usa in positivo, proprio quando muore una persona cara, buona, un bambino o chi si è distinto in modo particolare nel fare il bene per gli altri.

Cosa c’è da imparare

La fiaba ci insegna che non bisogna mai smettere di sperare, anche nei momenti brutti.

 

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