Raccontami una fiaba: La fiaccola dei desideri
Eccovi una fiaba adatta all’occasione di Santa Lucia: La fiaccola dei desideri, di Guido Gozzano. Una bella storia d’amore, con lieto fine, con fate, re, principesse, bella da leggere in vacanza, magari in montagna!
Un po’ di storia
C’era una volta un giovane malato e gobbo che però si chiamava Fortunato e che a 18 anni decise di andare in giro per il mondo. Un giorno si perse ma trovò la luce di una capanna, dove abitava una vecchietta, che sapeva trasformare le briciole in cibi succulenti!
La “fata” gli indicherà la via che conduce al “castello dei desideri“, grazie a una pietra magica. Giunto al castello, vide che era pieno di rettili e insetti. A un certo punto riuscì a impossessarsi del cero verde de negromante e chiese di poter far sparire la sua gobba e le sue gambe storte.
Arrivato poi al palazzo del re, vide la principessa e s’innamorò di lei. Ma il re lo odiava e lo condannò a morte. Grazie al cero, però, salverà se stesso e la principessa. E così furono celebrate le nozze.
Una fiaba, tanti significati
Secondo gli studiosi di letteratura, Gozzano, nello scrivere le sue fiabe, tra il 1909 e il 1914, ha ben presente la tradizione dei grandi favolisti come i fratelli Grimm e Andersen, soprattutto per lo spirito fantastico e stupefacente.
La fiaccola dei desideri, così come La danza degli gnomi e Nevina e Fiordaprile sono le sue fiabe che rappresentano il mondo dei sogni e dei desideri: i brutti diventano belli, i cattivi sono sconfitti, i castelli sono tutti meravigliosi.
Una caratteristica comune a queste favole è che nel bel mezzo di molte di esse ritroviamo situazioni, tipiche dei sogni, sia dei bambini che degli adulti.
La Fiaccola dei desideri di Guido Gozzano è stata presentata più volte sulle scene in adattamenti teatrali.
Qualche aneddoto
La biografia di Gozzano è molto interessante da leggere, soprattutto perché fa capire che il famoso scrittore non è nato “con la penna in mano”: si scopre invece che era molto più dedito alle “monellerie” che non allo studio…
Bocciato al liceo classico, cambierà altre due scuole prima di arrivare, ben otto anni dopo, a conseguire il diploma di maturità. Lo stesso anno, tuttavia, pubblicherà, i suoi primi versi “dannunziani” sulla rivista torinese «Il venerdì della Contessa»!
Un incoraggiamento, insomma, per tutti i figli che sembra non ne vogliano sapere di studiare…
Cosa c’è da imparare
Guarda caso, la morale di questa favola è proprio questa: l’impegno e la volontà aiutano spesso a superare i propri limiti!
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