I candelabri
Ada Negri
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Gl’ippocastani a maggio, in fronda e fiore,
son quali immensi candelabri accesi.
A cento, a mille ardono i bianchi ceri
sui candelabri di smeraldo, eretti
verso l’azzurro a render grazie a Dio
dator d’ogni bellezza in cielo e in terra.
Ma chi li accese, i palpitanti ceri?
Chi veglia a che durin le fiamme, sino
a quando il maggio languirà nel giugno?
E il dolce vento che le move, quale
musica esprime, ch’io n’ho riverenza
senza capirla? E perché mai non sono
una d’esse? Gran sorte, o Dio, risplendere
per Te com’esse mentre il maggio dura,
morir com’esse col morir del maggio.
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