I ranocchi e la luna
Angiolo Silvio Novaro
Tratta da: Il Cestello - Poesie per i Piccoli - A. Mondadori (Milano, 1928)
Leggiamo insieme: I ranocchi e la luna di Angiolo Silvio Novaro
Dall’orlo della fossa
levando a caso l’occhio
un giovine ranocchio
vide la luna rossa
ardere in cima al colle,
e n’ebbe un terror folle
e un lugubre urlo die’.
Al tuon dell’urlo il chiuso
popolo de’ ranocchi
saltava in su i ginocchi
e uscia con erto il muso;
e, disertando il trono,
gli s’accodava il buono
e pingue e vecchio re.
Ansando tutti un poco
vennero al fermo lido,
e un solo unico grido
ruppe il silenzio: “Il foco!”
con le pupille fisse
anche il buon re lo disse:
“Lo è! Lo è! Lo è!
Al foco! Aiuto! Aiuto!”.
Misero a’ piedi l’ale,
e in un baleno eguale
tornò lo stagno, e muto.
Ma sulla fosca riva,
rimasto sol, moriva
d’affanno il vecchio re.
Illustrazione di Domenico Buratti
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