La bimba e la fontana
Angiolo Silvio Novaro
Tratta da: Il Cestello - Poesie per i Piccoli - A. Mondadori (Milano, 1928)
Leggiamo insieme: La bimba e la fontana di Angiolo Silvio Novaro
L’alba si affaccia sul villaggio incerta.
Dorme la piazzuola deserta.
Dorme in piedi anche la torre
con gli uccelli e la campana.
Una bimba viene a porre
la secchia alla fontana.
La fontana è assai vecchia, assai vecchia,
si ricorda de’ tempi de’ tempi;
volentier come i vecchi discorre
con le cose o magari tra sé.
“Presto” dice la bimba “riempi!”.
La fontana è assai vecchia, assai vecchia,
la fontana conosce la secchia;
con un tinnulo suon la saluta,
indi tremula garrula arguta
parla, inventa, racconta, racconta,
perde il fil, ma ripigliasi pronta,
e dipana, ella sola, per tre.
“Suvvia presto, riempi, riempi;
butta in fretta, più in fretta,
fontana benedetta!”.
La fontana eccitata gorgoglia,
la fontana eccitata balbetta,
perde il fil, ma non perde la voglia,
perde il fil, ma però non lo spezza,
si abbandona alla facile ebrezza,
e dipana dipana dipana
sa il buon Dio quale favola vana.
“Ho premura t’ho detto. Riempi!
Che son mai questi scempi
discorsi? Non do retta.
Devo correr. Mi aspetta
presso il fuoco mammina”.
La fontanazzi ostina si ostina:
è una vecchia accanita ciarliera.
Da mill’anni incomincia a mattina
e non lascia che a bocca di sera.
Ciarla, è ver; ma, ciarlando, lavora,
e in brev’ora
colmato ha la secchia.
Fragorosa percuote l’orecchia
della bimba, e le grida: “Ecco a te!”.
Ma la bimba non muovesi or più.
Volti ha gli occhi oltremonte, lassù,
dove il ciel del color del mughetto
si riscalda un pochetto
di rosa…
Guarda fisso: ma cosa?
Cerca intenta? ma che?
La fontana ridacchia sdegnosa,
e borbotta, borbotta tra sé.
Illustrazione di Domenico Buratti
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