La Principessa Scrofa
Sanja Rotim
C’era una volta un re che aveva una bellissima figlia di nome Sofia. La principessa non aveva fratelli o sorelle ed era tanto carina quanto presuntuosa. In quel paese abitava anche una maga. Era una signora anziana che si diceva avesse poteri magici. A lei si rivolgevano spesso persone con problemi di salute che non volevano andare dal medico. Così cercava di aiutare chi aveva qualche lieve disturbo usando la sua esperienza. Però succedeva anche che la maga usasse i suoi poteri magici per punire chi si comportava male oppure per fare dei dispetti a chi riteneva che se li meritasse.
Il re e la regina desideravano tanto un erede e non vedevano l’ora che la figlia si fidanzasse. Ma la principessa Sofia non voleva saperne di trovare un marito. Per lei erano tutti brutti e noiosi. Il re e la regina si preoccupavano sempre di più perché gli anni passavano e temevano che Sofia arrivasse ad una certa età restando sempre sola.
Così i coniugi reali pensarono di organizzare spesso dei ricevimenti. A queste feste sfarzose con musica e balli erano invitati i giovanotti delle famiglie nobili con l’obiettivo di trovare finalmente un candidato principe all’altezza delle aspettative di Sofia. Ma a lei non piacevano quelle serate, si lamentava che erano noiose e che si facevano sempre le stesse cose.
Tra gli invitati c’era sempre un ragazzo carino di nome Alfredo, il figlio di un conte, che la guardava sempre affascinato, ipnotizzato dalla sua bellezza. Ma a lei questa cosa dava soltanto fastidio. Quando venne al castello il primo ragazzo a chiederle la mano, lei rispose contrariata: “Ma ti sei visto allo specchio? Non ti rendi conto del naso che hai? Sembri un rinoceronte!”. Il ragazzo non rispose niente e se ne andò tristemente a testa bassa. Ancora una volta il re e la regina rimasero molto male per il comportamento della figlia.
Intanto la maga, che aveva sentito tutto, pensò che alla ragazza servisse una bella lezione. Prese il suo pentolone e iniziò a mescolare alcuni ingredienti segreti per preparare una pozione magica. “Un giro, due giri, tre giri”, ripeteva la maga,” che alla principessa Sofia cresca la coda. Un po’ di peperoncino, un pizzico di curcuma.” La maga sembrava soddisfatta del risultato. Il giorno dopo la principessa Sofia stupita notò al risveglio di avere una piccola coda come quelle che avevano i maiali. “Che cos’è questa roba?”, pensò impaurita e imbarazzata, ma comunque decise di non dire niente a nessuno. Concluse che sotto la gonna non si poteva vedere. Infatti, nessuno la notò.
Al castello si presentò un altro giovanotto di nobile famiglia a chiederle di sposarlo. Anche questa volta la principessa Sofia fu spietata e scortese: “Ma come osi, brutto come sei? Guardati le orecchie, sembri un elefante”. E anche questa volta il re e la regina rimasero molto delusi dalla figlia.
“Qui ci vuole una manciata di pepe nero in grani e un po’ di cumino”, si disse la maga e ricominciò a mescolare: “Un giro largo, due giri veloci, un giro lento, che alla principessa Sofia crescano le orecchie da maiale”. Il giorno dopo la principessa non aveva più le sue orecchie piccole, ma due grosse come quelle di un maialino. “Che orrore”, si disse terrorizzata,” cosa mi sta succedendo?”. Ma anche questa volta non disse niente a nessuno e si mise un foulard intorno alla testa per nascondere le orecchie enormi.
“Perché ti sei messa quel foulard, non avrai mica freddo, siamo a giugno?”, continuavano a chiederle sia i genitori che i domestici. “Non vi preoccupate, mi piace proprio e poi è alla moda”, rispondeva infastidita. Quando arrivò Alfredo, il ragazzo dagli occhi dolci, a chiederle la mano, lei avrebbe voluto dirgli qualche cattiveria sul suo aspetto, ma non riuscì trovare un difetto per offenderlo. Ci pensò un attimo e gli disse: “Vattene via, non ti voglio, sei troppo sdolcinato”. Alfredo non disse niente e tristemente se ne andò. E la regina si mise a piangere dall’imbarazzo. “Perché si comporta così con tutti?”, né lei né il marito non riuscivano a capire i comportamenti della figlia.
“Prima o poi imparerà la lezione”, la maga era ostinata e convinta di dare una bella lezione a Sofia. “Un giro, due giri e tanto, tanto zenzero”, la maga continuava a mescolare,” che alla principessa Sofia crescano le zanne da cinghiale.” Il giorno dopo la principessa si svegliò alla solita ora ma notò che aveva una sensazione strana in bocca. Si precipitò verso lo specchio e emise un grido. “Nooo!” “Cosa c’è, principessa?”, entrò in camera una sua domestica spaventata e vide le zanne al posto dei denti canini. La principessa provò a nasconderli sotto le labbra ma non era possibile, spuntavano fuori da quanto erano grandi.
Intanto la maga rideva. “Imparerai, ragazza, ad essere così presuntuosa”. Potete immaginare lo stupore di tutti, il dispiacere dei genitori e l’incredulità dei domestici. “La principessa ha le zanne!” Inevitabilmente iniziarono a deriderla. “È una scrofa, non una principessa”, disse uno dei domestici ridendo. Il re e la regina erano molto tristi, invece la principessa Sofia divenne isterica. “Perché mi guardate così, cosa volete da me?”, urlava quando si accorgeva di come la guardavano. Le scivolò il foulard in terra, così i domestici notarono anche le orecchie sproporzionate. Dopo qualche giorno qualcuno intravide anche la coda. Ormai non poteva più nascondere niente. Naturalmente questa storia trapelò fuori dal castello.
Tanti domestici e camerieri non seppero tenere la bocca chiusa e ben presto tutto il paese venne a sapere cosa era successo alla principessa. Non la chiamavano più “la principessa Sofia” ma “la principessa Scrofa”.
“E pensate che a me aveva detto che assomiglio a un rinoceronte”, raccontò il primo giovanotto che le aveva chiesto la mano. “A me aveva detto che assomiglio a un elefante”, raccontò anche l’altro ragazzo. Tutti ridevano e facevano battute sulla principessa Scrofa. L’unico che era triste per la vicenda era Alfredo, il ragazzo che era veramente innamorato di Sofia. Intanto la principessa soffriva tanto. Si rese conto che aveva un aspetto orribile, non assomigliava più ad un essere umano. Il tempo passava e lei si sentiva sempre più triste. Con nostalgia e rammarico si ricordò di quando i ragazzi venivano a chiederle di sposarli. Solo ora capì quanto era stata presuntuosa e arrogante. “Potessi tornare indietro nel tempo, non mi comporterei più in quella maniera”, pensò incupita.
La maga sorrideva. “Finalmente ha imparato la lezione”, si disse. Il giorno dopo al castello si presentò di nuovo Alfredo e le chiese un’altra volta di sposarlo. “Non mi interessa se hai cambiato aspetto, io ti amo comunque”, le disse. “Vuoi diventare mia moglie?”. “Sì, Alfredo, lo desidero dal profondo del mio cuore”, gli rispose. Il re e la regina furono felicissimi e invece tutti gli altri increduli alla notizia del matrimonio. “La principessa Scrofa si sposa. E con il ragazzo più bello di tutti”, commentarono con grande sorpresa.
La principessa decise di mettere un velo in testa per il matrimonio, per non farsi vedere in faccia dagli invitati. Ma quando Alfredo le tirò su il velo per baciarla, con stupore e gioia si rese conto che il viso era tornato quello di prima. Non aveva più le zanne, le orecchie erano tornate normali e la coda era sparita.
“Di sicuro la ragazza non ripeterà lo stesso errore”, disse la maga e continuò a fare le sue pozioni magiche sorridendo. Dopo un po’ di tempo nessuno si ricordava più della principessa Scrofa, per tutti era di nuovo la principessa Sofia. E per la felicità del re e della regina l’anno dopo arrivò il tanto desiderato nipotino. Da allora vissero tutti felici e contenti.