Le lepri e le ranocchie

Esopo

Se vi piace questa favola dovete ringraziare Giorgio (12 ottobre 2010).

In mezzo a un grande prato,
le lepri si lamentavano di
come erano costrette a vivere.
-Gli uomini ci fanno paura:
sono enormi e se riescono a
prenderci ci mangiano.
-I cani ci spaventano. Per non finire sotto i loro denti dobbiamo scappare via.
-Se non stiamo attente, le aquile ci afferrano con i loro artigli e non ci lasciano più andare.
-Siamo stanche di tremare di paura,di nasconderci,di scappare!!!
-Andiamo a tuffarci nello stagno: lì uomini,cani e aquile non potranno raggiungerci.
Le lepri lasciarono il prato e si diressero di corsa, tutte insieme, verso uno stagno vicino. Forse l’ acqua calma e accogliente avrebbe dato loro ospitalità, forse avrebbe sciolto
tutte le loro paure, forse…

Intorno allo stagno c’ era un folto gruppo di rane che gracidava senza sosta.
Appena videro arrivare le lepri,
le ranocchie si spaventarono e si tuffarono in acqua.
Una lepre le notò, fermo le compagne e disse: avete visto?
non siamo noi gli animali più paurosi del mondo le rane ci temono. E inutile tuffarci nello
stagno. Restiamo nel nostro prato: qualche volta dovremmo scappare dagli altri ma qualche volta gli altri saranno a scappare da noi!

2 commenti su “Le lepri e le ranocchie”

  1. Maria Cannavacciuolo says:

    Credo che le lepri credessero che alla fine le rane si stavano suicidando per timore delle lepri, quindi la vita delle rane è più triste. In realtà spesso si vuole solo vedere chi sta peggio di noi, anche se non è così, per comprendere i lati positivi della propria vita.

  2. romina says:

    secondo me la morale di questa favola e che non bisogna avere paura degli altri

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