Pizzicottina

Questa è la fiaba della Zia Mariù (11 settembre 2010).

Viveva di là dal fiume, in una tana fatta di zolle, una famigliola di quattro talpe. Il babbo si chiamava Giulivo, la mamma Lieta , il piccolo Benvenuto e poi, nata da pochi giorni, c’era una piccina dal musino rosa e il pelo nero e lucido come passato con la ceretta da scarpe a cui non era stato dato ancora il nome. La famiglia aspettava una bella occasione per darglielo, ma intanto la mamma per far vedere che era una femminuccia le aveva messo un fioccolino colorato e la piccolina si divertiva a farlo muovere sulla sua codina.

Le piccole talpe crescevano come ogni cucciolo felice, al mattino giocavano negli orti dei contadini, si rincorrevano per i viottoli bui della tana e il fratellino, proprio perché ancora la piccolina non aveva un nome, la chiamava: OH!

Oh, vieni a giocare a nascondino, Oh, corriamo dietro alle lumache!

I genitori avevano scavato una bella tana confortevole e profonda per difendersi dal freddo, ma un giorno inaspettatamente…

La pioggia non cessava di scendere dal cielo nero, la terra era tutta scalzata, il fiume con il fango portava a valle piante e i sassi che ruzzolavano giù facevano un gran rumore e faceva tremare la tana.
La famigliola tutta accantucciata ascoltava il frenetico ticchettio dell’acqua.

Nel silenzio sentirono bussare alla porta e sorpresi fecero entrare tutti zuppi nonno Felice e nonna Bontà con i cuginetti Felicità e Buonumore. Le vecchie talpe infreddolite si scossero la pelliccia bagnando da tutte le parti e col fiatone raccontarono che la loro tana era stata portata via dalla furia delle acque ed erano fortunati che fossero lì a raccontarlo.
I due fratellini ascoltavano il racconto dei nonni, che si erano messi vicino alla stufa per riscaldarsi bevendo un thè caldo.

La pioggia scendeva forte sempre più quando…PUMMM… un rumore sordo sulla porta li agitò tutti. Il babbo fattosi coraggio si avvicinò la porta con un bastone in mano. Provò a socchiudere ma non ci riuscì.
Da una fessura vide che una scarpa, sì, proprio una scarpa vecchia persa da chissà chi, bloccava la porta.

Babbo Giulivo con tutte le sue forze cercò di smuoverla, ma invano. Se non l’avesse tolta e disgraziatamente fosse piovuto dentro sarebbero rimasti bloccati ed avrebbero potuto fare tutti una brutta fine. Nella concitazione anche il nonno aiutò babbo talpa e poi si aggiunsero anche le forze di mamma e nonna talpa, ma niente.

L’acqua cominciò a filtrare dal soffitto e i piccoli vicini alla stufa si impaurirono perché la fiamma si spense e cominciò a far freddo.
Cercarono così rifugio in un’altra zona della tana.
Correvano spediti per quei viottoli e l’ultima della fila era la piccola Oh.

Arrivati nella parte asciutta della tana,sotto la quercia,la mamma cominciò a contare i bambini quando si accorse che mancava proprio la più piccola .

Oh poveri noi ,sarà stata portata via dalle acque? Avrà fatto in tempo a trovare un riparo sicuro tra i cunicoli bui?

Passarono le ore e smise di piovere. Tutti si misero a cercare Oh e durante il cammino la chiamarono tantissime volte a gran voce, ma senza ricevere risposta.

Intanto la piccola Oh, che aveva visto uno spiraglio di luce e sentito un soffio di vento profumato di fiori era uscita dalla tana. Spolverò il suo fiocchetto e corse subito alla porta a togliere la scarpa liberando così l’ingresso.

Il resto della famiglia la stava cercando, uno dietro l’altro nelle gallerie buie. Da sopra Oh vide i mucchietti di terra allo sbocco delle gallerie, inconfondibile segno della presenza dei suoi parenti tra la terra umida e soffice e così si rinfilò sotto anch’essa e…

Mammina mammina sono qui!diceva la piccola. Ehi, mi sentite!? urlava a squarciagola.

Quando qualcosa di soffice la fermò.

Ahi! disse la mamma ultima della fila, si era sentita pizzicare il didietro .

Era la sua piccola Oh, che li aveva ritrovati. Tutti felici fecero una festa , la nonna fece una bella torta di moscerini e vermi, la mamma fece le sue ottime frittelle di larve, quelle che piacevano tanto ai suoi piccoli e la piccola Oh, da quell’occasione, venne chiamata Pizzicottina proprio perché aveva dato un pizzicotto vicino alla coda della mamma per farsi riconoscere.

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