Mattino

Renzo Pezzani

Tratta da: Innocenza - Società Editrice Internazionale (1950)

Mattino

Leggiamo insieme: Mattino di Renzo Pezzani

Oh! Non è morto il pesco del giardino;
dorme il suo sonno d’albero innocente.
Se pur son belli i sogni del mattino,
ascolta il mondo e non gli sfugge niente.

Dondolato dal passero, lo sente
al suo ramo più alto o più vicino
pulirsi il becco come un canarino
ad un osso di seppia; ora, cadente

frutto, volar; e al ceppo, avidamente,
come l’avaro cerca il suo zecchino,
frugar la terra per una semente:
una semente, tutto il suo festino.

Pietà di cielo indosso a quel meschino
ignudo sotto gli occhi della gente,
era la neve candido uccellino.
Poi qualche bianca piuma, solamente.

Da nube uscito il sol, lungo il cammino
si volse per guardarlo attentamente
e gli scoprì sui rami qualche spino
e lo toccò con raggio più lucente:

come la mamma tocca il primo dente,
nella bocca che ride, al suo bambino.
E disse: “Sono gemme, certamente.
Il pesco non ha mai portato spino”.

E le contò sull’albero impaziente,
ed eran tante, lui così piccino.
“Sarà l’orgoglio di questo giardino,
fiori ne avrà da far voltar la gente”.

Passò una nube e pianse dolcemente
ma il suo pianto era luce in quel mattino;
e il pesco bevve al cielo lungamente,
come beve sul campo il contadino.

E si lavò la faccia in quel catino
di smalto azzurro, e tolse dalla mente
un fil di sogno come il pellegrino
che sul fieno dormì profondamente.

Cantava chissà dove un uccellino,
breve, come dicesse: “Oh, finalmente!”.
Per rivederti come ancora t’ho in mente,
sapessi, amico mio, quanto cammino.

Volle vederlo il grillo canterino
ancora bianco di ceneri spente,
come colui che torna dal mulino
e tiene in serbo la buona semente.

Uscì l’ape e passandogli vicino
odor di miei colse, allegramente:
odor di latte in bocca ad un bambino.
In quel profumo il fior senti imminente.

Ogni cosa lo spia, egli lo sente.
Ha le lagrime lì come un bambino
che deve dir la poesia al giardino
e l’ha nel cuore, e non ricorda niente.

Il pesco fiorirà improvvisamente
guardato dalla stella del mattino:
fuoco da verdi legne non più spente
da silenziosi angeli in camino.

 

Innocenza

 

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