Moretti in festa

Pubblicato il 27 Mag 2025

Jolanda Colombini Monti - Illustrazioni di Mariapia (Maria Pia Franzoni Tomba) - Editrice Piccoli - Milano

Nere le gambe, nere le braccia,
neri i capelli, nera la faccia,
due bei moretti: Aloma e Alì
sempre all’aperto passano il dì.

Al sol cocente, nudi, felici,
come fratelli questi due amici.
finché del giorno chiareggia un lume,
colgono frutti, vanno sul fiume.

“Delle banane siamo in stagione,
metto la lama sul mio bastone
e vado a coglierne” lui sta dicendo,
“Io porto i cesti” fà lei, ridendo.

“Banane verdi. Così van colte.
Matureranno dopo raccolte.
Guarda che grappolo! Ahi, com’è duro.
Ora lo infilzo, te lo assicuro!”.

Con la sua pertica, Alì si prova,
ma inutilmente. Nulla gli giova.
Lui è piccino e le banane
son così alte, così lontane…

“Oh, ma stavolta, sì, cascherà!
Alòma, scòstati, per carità!”.
“Miralo giusto!” gli grida lei
“Un po’ più a destra! Ecco, ci sei!”.

Oh, dirlo è facile, ma, a tante prove,
resiste il grappolo. Nulla lo smuove.
“Senti, ho un’idea!” dice il moretto,
ora m’arrampico sull’alberetto;

distacco il casco con le mie mani
e tu a riceverlo sotto rimani!”.
Così dicendo, sale repente
come una scimmia, molto agilmente.

Oh, le banane cadono sì,
ma, insieme ad esse, cade anche Alì!
Alma accorre: “Com’è avvenuto?
Ti duole, dimmi, dove hai battuto?”.

“Nulla ferisce, nulla mai duole
quando si ottiene ciò che si vuole.
Delle banane ecco la scorta!”.
Felice Alòma con sé le porta.

Lieve sull’acqua va la piroga.
Ali davanti rema con foga,
mentre la bimba guarda giuliva
il verde folto sparso alla riva.

Alì remando canta contento.
Alòma ha un vago presentimento
che il cuor le punge come uno spillo:
“E se incontrassimo un coccodrillo?”.

Quando la mente cova un pensiero
o tardi o presto diventa vero:
Aiuto! Ecco, laggiù in distanza,
un coccodrillo sull’acqua avanza!

E s’avvicina, apre la bocca,
oh, ma vedrete quel che gli tocca!
Qui non c’è tempo per meditare,
bisogna agire senza esitare!

Alma grida:”Alì fai presto,
in quella bocca vuota il tuo cesto”.
“Eccoti! Sazia la tua golaccia!
Or sei servita, brutta bestiaccia!”.

Il coccodrillo soffoca d’ira,
dentro nell’acqua gira e rigira,
sente che il fiato sta per finire,
sbuffa, sussulta, non vuol morire!

Se i frutti uscissero tutti da lì
povera Alòma, povero Alì!
In tal pericolo, i due lo san
meglio è svignarsela alla Tarzàn!

Scende una liana, lunga, dall’alto:
“Presto, aggrappiamoci!”. Oplà. Che salto!
E mentre il rettile va in agonia,
Alì ed Alòma scappano via!

Mezz’ora appena di fiato corto
e il coccodrillo ecco già morto!
Oh che fortuna! Evviva, evviva!
Ali ed Alòma scesi alla riva,

con una liana l’hanno legato
e verso terra l’hanno portato.
Com’è pesante quel rettilone!
Tiene la lingua giù a penzolone!

I due trascinan quel peso a stento:
“Alòma cara, che avvenimento!
Bisogna dirlo, ci pensi tu?
ai nostri amici della Tribù!”.

Non c’è telefono nella foresta.
Come avvisare della gran festa?
Sopra i tamburi già il suono impazza:
Tam tam… venite tutti alla piazza!

Tam tam, sul fiume noi siamo stati…
un coccodrillo ci ha spaventati..
tam tam moretti della Tribù
l’abbiamo preso… ora è quaggiù…

Tam tam, rispondono altri tamburi,
tam tam, veniamo state sicuri!
Tam tam stasera nella foresta
canti di gioia, danze di festa!

Tra risa, canti, musiche, giochi,
s’apre la festa, ardono i fuochi.
Il coccodrillo morto non sa
della sua pelle cosa avverrà!

Borse, cinture, scarpe faranno
gli amici bianchi che acquisteranno.
Alì ed Alòma con esultanza
dinnanzi al fuoco fanno la danza.

La luna appare, d’oro, lassù.
Dice: “Che festa fanno laggiù?”.
E sta in attesa dietro una palma
che a una cert’ora torni la calma.