Osservazione
Alessandra Sorcinelli
Quando la siringa bolliva
spesso l’ago era grosso
il ricordo che smosso
nella mente saliva.
Quindi la quarantena
era sempre citata
mi sovviene la scena:
camera riservata.
Era in fondo alla casa
e nessuno v’entrava
tabula spesso rasa
la tua mente vagava.
Il contatto era umano
se d’untore servivi
ospitare e dar mano
fare dei recidivi.
Poi restavi da solo
nei silenzi irreali
non ingoiavi bolo
ma mettevi le ali.
E vagavi nel sogno
nel delirio sinuoso
non avevi bisogno
nel vapore fumoso.
E dai sommi scaffali
rotolavan volumi
serpeggiavan ovali
ormai spenti anche i lumi.
Come domino gioco
testi cadon di schiena
anche il cero che fioco
ti conforta la pena.
Voci dal bel tinello
e brodini scaldati
vita come scalpello
che ci rende forgiati.
Sa di menta e d’arancia
lunghi giorni o quaranta
nel costato la lancia
nudo il tempo, s’ammanta.
22 marzo 2020
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