San Francesco e il lupo

Angiolo Silvio Novaro - Tratta da: Il Cestello - Poesie per i Piccoli - A. Mondadori (Milano, 1928)

Se vi piace questa poesia, dovete ringraziare Nonna Giuse (22 ottobre 2002).

San Francesco e il lupo

Leggiamo insieme: San Francesco e il lupo di Angiolo Silvio Novaro

Viveva un dì, narra un’antica voce,
intorno a Gubbio un lupo assai feroce

che aveva i denti più acuti che i mastini
e divorava uomini e bambini.

Dentro le mura piccole di Gubbio
stavano chiusi i cittadini e in dubbio

ciascuno della vita. La paura
non li lasciava uscire dalle mura.

E San Francesco venne a Gubbio, e intese
del lupo, delle stragi, delle offese;

ed ebbe un riso luminoso e fresco,
e disse: “O frati, incontro al lupo io esco!”.

Le donne avevano lacrime così
grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì.

E a mezzo al bosco ritrovò il feroce
ispido lupo, e con amica voce

gli disse: “O lupo, mio fratello lupo,
perché mi guardi così ombroso e cupo?

Perché mi mostri quegli aguzzi denti?
Vieni un po’ qua, siedimi accosto, senti:

Io so che tu fai molto male a Gubbio
e tieni ognuno della vita in dubbio,

e so che rubi e uccidi e non perdoni
nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:

Orbene, ascolta: come è vero il sole,
ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!

Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto
a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto

che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto:
ma tu prometti essere onesto e dritto

e non dare la minima molestia:
essere insomma una tranquilla bestia.

Prometti dunque tutto questo, di’?”.
Il lupo abbassò il capo, e fece: “Si!”.

“Davanti a Dio tu lo prometti?”. E in fede
il lupo alzò molto umilmente un piede.

Allora il Santo volse allegro il passo
a Gubbio, e il lupo dietro, a capo basso.

In Gubbio fu gran festa, immensi evviva:
scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva.

E domestico il lupo entro rimase
le chiuse mura, e andava per le case

in mezzo ai bimbi come un vero agnello,
e leccava la gota a questo e a quello.

E poi morì. E fu da tutti pianto
e seppellito presso il campo santo.

 

Illustrazione di Domenico Buratti

 

cestello

Nota su: San Francesco e il lupo

Questa poesia fa riferimento a uno degli episodi più famosi della vita di san Francesco: quello del lupo di Gubbio, riportato anche ne “I fioretti di san Francesco” (Libro attribuito a frate Giovanni dei Marignoli).

La storia narra che un grosso lupo nero terrorizzava gli abitanti di Gubbio e delle campagne vicine facendo razzie in stalle e pollai, ma non disdegnando di assalire anche le persone che avevano la sfortuna d’incontrarlo.

Viveva nel bosco alle porte della città, ma quando aveva fame, selvaggio e feroce, si avvicinava alle mura per procurasi cibo.

Gli abitanti disperati, si rivolsero a San Francesco che era solito venire a predicare in quelle zone.

Non appena San Francesco sentì la storia del lupo, si inoltrò nel bosco per cercare di incontrare l’animale selvaggio.

Quando lo trovò, gli rivolse la parola e lo convinse a smettere di terrorizzare la città e i suoi abitanti. In cambio gli abitanti della città si impegnarono a sfamare l’animale ogni giorno.

La leggenda narra anche che dopo alcuni anni, quando il lupo morì di vecchiaia, gli abitanti ne furono addirittura dispiaciuti.

Secondo alcuni il famoso lupo di Gubbio non era in realtà un animale, ma un terribile brigante, che proprio come un animale selvaggio derubava e assaliva gli abitanti di Gubbio e delle campagne vicine.
San Francesco parlandogli lo fece redimere e fu reinserito nella società grazie anche all’aiuto degli abitanti della città.

 

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11 commenti su “San Francesco e il lupo”

  1. Cosetta says:

    Un dolcissimo ricordo…più di trent’anni fa era la mia fiaba della buona notte…Mia nonna la sapeva tutta a memoria…Che emozione grande,rileggerla!

    1. evisa mandi says:

      Allora la tua nonna sa tutte le fiabe della buona notte!
      Sicuramente ti piacevano tanto quando lei te le leggeva!
      Non ci siamo presentati: io mi chiamo Evisa, Ciao

      per Francesco,
      da Evisa

  2. francesca says:

    Che bei ricordi e quante emozioni. La mia nonna me la raccontava tutti i giorni, era tantissimo che non la leggevo. Grazie!

  3. Carmen Valle says:

    E’ una poesia che mia suocera recitava a mia figlia Francesca che dolci ricordi!!!

  4. elisa says:

    bellissima, anche mia nonna me la raccontava ogni sera!!
    E’ un’emozione risentirla!

  5. Mimmo says:

    nelle sere d’inverno, da mia madre …

  6. Carla says:

    Questa poesia la imparai quando andavo a scuola a Bologna, la mia citta di nascita. Sempre l’ho ricordata,
    con amore per la mia patria che poi lasciai all’etá de 9 anni. La poesia è meravigliosa! La mia Italia pure!

  7. Rita says:

    A cena parlavamo di ricordi, ormai siamo nonne mia sorella Anna ed io. .. Ai nostri figli più di trent’anni fa raccontavamo questa novella con qualche verso mancante perchè mamma non c’era più per rinfrescarci la memoria… Quando eravamo bambini lei ce la recitava interpretando ogni verso con grande pathos. Che bei ricordi! Grazie a voi ora i nostri nipoti la potranno ascoltare tutta intera come la loro bisnonna la raccontava a noi. Grazie di cuore!
    Ci sono tante versioni di questa storia. Ma questo testo che origini ha?
    Noi siamo di Lucca

  8. Patrizia says:

    Anche a me e mia sorella, mia madre recitava questa poesia e la storia di questo lupo che alla sua morte fu pianto da tutti, da piccina, mi commuoveva. Che emozione rileggerla!

  9. Cristiano says:

    Penso sia da correggere “preso il campo santo”

  10. Jolanda says:

    Grazie Cristina! Ho corretto! Bello che il sito cresca e migliori grazie all’aiuto e alla passione dei visitatori! Buona giornbata!

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