San Martino
Camillo Sbarbaro (1888-1967)
Tratta da Resine, 1911
Leggiamo insieme San Martino di Camillo Sbarbaro
La prima neve subito si squaglia,
e di ruscelli abbevera i maggesi.
Avvezzi i pin dei venti alla battaglia,
stanno nell’aria tepida sorpresi.
Ma per che l’ala intirizzita pesi
al passerotto che qua e là si scaglia;
e tace il verso dei tacchini vanesi,
e stecchita si drizza la boscaglia.
Pur se questo, Novembre, è un tuo trastullo,
e di timo non hai cespo che odori,
né lodoletta e lasci il pesco brullo,
mi piace il gesto tuo, perché t’accori
d’esser barbogio e vuoi tornar fanciullo,
come d’un vecchio che raccolga fiori.
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