Il testamento della cicala
Leggiamo insieme Il testamento della cicala
Cara formica, ho trovato un fuscello,
mi servirà da pennino o pennello.
Ecco, l’intingo nell’acqua infangata,
prendo per foglio una foglia gelata.
Con la zampina tremante nel vento
ti scrivo il povero mio testamento.
Pazzo, dicevo, chi pensa a lottare,
quando l’estate ci invita a cantare.
Tu mi indicasti la frutta matura
e mi dicesti: “L’estate non dura”.
Oh, ti avessi ascoltata e imitata!
Or che mi resta? Una foglia gelata!
Sibila il vento, oscilla la foglia,
piango e di scrivere non ho più voglia.
Più non ci vedo nell’ombra che cala,
addio, firmato: la pazza cicala.
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