Uccellino sconosciuto
Angiolo Silvio Novaro
Ecco la poesia di Lucia (25 febbraio 2006)
Leggiamo insieme: Uccellino sconosciuto di Angiolo Silvio Novaro
Sulla punta dei piedi
arrivo a te leggero,
più leggero che posso:
ma tu, scaltro, mi vedi,
con un frullo salti il fosso,
e voli al bosco nero,
e voli al bosco muto,
uccellino sconosciuto.
Hai paura, ma di che?
Hai paura di un fanciullo
innocente come te!
Oh, via, torna con un frullo,
torna da queste parti,
sconosciuto uccellino,
e siedimi vicino
che voglio interrogarti!
Hai fratellini? E quanti?
O ti bastano i tuoi canti?
Hai sorelline belle
o ti bastano le stelle?
È più dolce in cima al pioppo
fuor dei tiri dello schioppo,
o sui tegoli dei tetti
umidetti?
È più bello
dove sdrucciola il ruscello
o sull’aia dove trovi
da rubare i chicchi novi?
E la casa tua qual è,
sconosciuto uccellino,
la chioma d’un’acacia
o la barba di un pino?
E la sera,
dopo letta la preghiera
pigli sonno, tu, da te
o è la mamma che ti bacia,
o è la mamma che ti culla
mentre tu piangi per nulla?
Hai tristezze e gioie tu?
E più gioie o più tristezze?
O tristezze e gioie vanno
a braccetto anche lassù
con le grandi nubi avvezze
a morire ove non sanno?
Parla, parla, dimmi il vero,
spezza il cerchio del mistero…
Sulla punta dei piedi
arrivo a te leggero,
più leggero che posso:
ma tu, scaltro, mi vedi,
con un frullo salti il fosso,
e voli al bosco nero,
e voli al bosco muto,
uccellino sconosciuto!
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L’ho ascoltata pochi giorni fa dalla mamma 88 enne della mia amica. Mi è piaciuta molto
Bella, bellissima. Tra i più bei ricordi della mia infanzia e del mio maestro, insegnante Antonio Lomio.
La ricordo recitata dal mio papà a voce bassa cominciava per non fare scappare l’uccellino sconosciuto ed era subito fiaba! Quante volte gli ho chiesto di ripetermela.