Una volta una vecchina
Se vi piace questa filastrocca, dovete ringraziare Alma (26 gennaio 2001).
Una volta una vecchina
seminò il miglio in una cassettina.
Il miglio germogliò
e quasi fino al cielo si innalzò:
arrivava alla spalla di un ranocchio
al topolino arrivava al ginocchio.
La vecchina, disperata,
gridava: “Sono debole, malata,
la falce non ce l’ho:
il mio bel miglio, come lo mieterò?”.
La sentì un suo vicino,
un bravo contadino,
e le disse: “Comare,
non vi state a lamentare,
penserò io alla mietitura”.
Alla vecchina passò la paura,
passò anche la debolezza,
e per far festa al gentile vicino
decise di offrirgli un pranzettino.
Un bel piatto di carne affumicata,
condita con l’uva passa.
Trovò una bella pulce grassa,
salì sul tetto e l’appesa al camino
perché si affumicasse per benino.
Ma sul più bello sdrucciolò,
giù per la cappa precipitò,
dentro una pentola finì,
e quando arrivò l’invitato
non trovò più la vecchia, ma lo stufato.