Poesie sulla Pace

Poesie sulla Pace

Leggiamo insieme le Poesie sulla Pace!

Insegniamo ai bambini ad amare la Pace e avremo adulti che odieranno le guerre e i conflitti!

E per insegnare l’amore per gli altri, possiamo iniziare anche con l’aiuto delle Poesie sulla Pace, brevi testi in grado di mandare grandi messaggi e di far capire l’importanza di opporsi a guerre, atrocità, soprusi.

Qui abbiamo realizzato una selezione di poesie e rime che ci parevano più significative e adatte al nostro pubblico di piccoli lettori. Speriamo che servano a crescere adulti consapevoli e decisi a difendere la pace sempre!

 

Ecco le Poesie sulla Pace diponibili:

 

Poesie sulla Pace scritte da voi:

 

Se conoscete altre poesie, rime o filastrocche sulla Pace che mancano nel nostro elenco, scrivete alla Redazione e le aggiungeremo per metterle a disposizione di tutti!

 

Filastrocche di Pace
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6 commenti su “Poesie sulla Pace”

  1. Valdevit Silvio says:

    A quale email posso inviare alcune mie poesie scritte in questi giorni?

  2. Jolanda says:

    Ciao Sivio! Puoi scrivere a: redazione@filastrocche.it

  3. Vitaliano says:

    È SCOPPIA LA PACE

    Si stacca da un monte una pietra, anzi un macigno
    Colpisce e frantuma carri, fanti, re e lega il maligno
    La polvere di costoro il vento alza e porta via
    S’ode un coro di umili che a gran voce dice: “Così sia”

    Si spegne il fuoco e s’alza il fumo dalla brace
    Sì! Finalmente… è scoppiata l’era della pace!
    L’agnello esce col lupo e il leone con il vitello…
    Non ci son parole per descrivere quanto è bello!

    Non solo c’è assenza di disordine e di guerra,
    Ma c’è pure sicurezza e salute sulla terra.
    Le tombe e il mare stanno restituendo i morti
    E piangendo, i loro cari riabbracciano quei risorti

    Grano e frutteti coprono il pianeta come un manto
    E da ogni dove, al posto del lamento, s’ode il canto
    Questo è Shalòhm, nel suo ampio e pieno significato,
    Credetemi! S’avvererà il sogno che ho sognato!

    Vitaliano Vagnini

  4. Vitaliano says:

    LA PACE E I SUOI SIMBOLI

    Oggi è festa. C’è grande fervore
    Sembra che il mondo esalti l’amore
    Le bianche bandiere si muovon nel vento
    Come velieri che solcan le onde
    Su ogni lato son dipinte Colombe

    Stendardi e vessilli con l’Arcobaleno
    Colorano il cielo di un giorno sereno
    Scompare il timore. Fa posto alla gioia.
    Si guarda lontano. Si guarda il futuro
    Nessuno più lo vede così tanto scuro

    Si recita il dramma più volte eseguito
    Si esalta la Pace da ogni partito
    E applaude il popolo dalla platea.
    Si fingon fratelli, dopo i duelli,
    Con strette di mano e innalzando cartelli

    Sembra che il mondo abbia imparato
    Dal ventesimo secolo il dramma subito
    Con le due Guerre di portata mondiale,
    Ma è uno spettacolo di fantasia
    È solo il trionfo dell’ipocrisia

    Il popolo canta, agitando quei rami
    Tranciati all’Ulivo senza i suoi grani
    Ma dai cuori divisi già si sente che esala
    Quell’odio politico e di religione
    Che fomentano guerre in ogni nazione

    La Pace grida: “Si salvi chi può!”
    I fucili sparano sulle Colombe
    Colpiscono i rami del verde Ulivo
    Dal cielo scompare l’Arcobaleno
    Di odio e vendette il mondo è pieno.

    Vitaliano Vagnini

  5. Vitaliano says:

    PREGHIERA DI UN OBIETTORE

    Tu odi, o Signore, ogni dire.
    Discerni il sacro e il blasfemo
    di tante preghiere
    che arrivano in cielo, al tuo udire

    Come quelle dei potenti nel Tempio…
    che pronunciano parole solenni.
    Sono in prima fila fra i grandi
    per torreggiar sui miseri infanti

    Con parole altisonanti rivolte al vento,
    celebrano il massacro
    che dall’ufficio partorirono
    la guerra e il tragico evento!

    Sono parole per lavare coscienze
    incrostate di superbia e vanagloria.
    Parole intrise di patria e condotta lasciva,
    di divina ipocrisia, son come lisciva

    Sono le stesse meschine parole
    usate per benedire
    gli strumenti di morte e di guerra
    di militi plagiati che son sotto terra.

    Sono parole distorte e ripetute!
    Come un rosario di sterili versi.
    Rituali che non vengono dal cuore,
    per qualcuno che muore

    Inviarono in guerra persone sane…
    in terre lontane.
    Tornarono in casse avvolte da bandiere.
    Tornarono… per non vedere!

    Tornarono, ciechi, zoppi, storditi.
    Tornarono con volti smarriti,
    depressi e malati. dopo aver ammazzato
    un presunto nemico mai conosciuto

    Hanno negli occhi il filmato
    di quel recente passato:
    Corpi dilaniati, donne stuprate,
    giovani delusi, macerie e miserie

    Gli dicono che fu una vittoria,
    consegnandogli medaglie “a memoria”,
    convincendoli che diedero gloria…
    che rimarrà nella storia.

    Ricordati, o Dio, di quel fumo acre.
    Fumo di cose e di corpi
    immolati a ideali del nulla
    come incenso innalzato al cielo

    Innalzato come offerta o come olocausto
    ad un dio straniero.
    È un fumo agli occhi dementi…
    per infinocchiar le genti!

    Come Hashish per gli ingenui
    che “non sanno quello che fanno”,
    così che credano al presente
    senza capirne il danno.

    O Signore, abbi pietà del volgo
    plagiato dai potenti.
    Apri i loro occhi e i loro cuori!
    Apri le loro menti!

    Guarda con favore quegli obiettori
    di Leggi umane che t’offendono.
    Guida il loro viaggio contromano
    in un mondo che vaga nel vano.

    A te obbedienti, ma per loro son ribelli.
    Gli legano i polsi, gli riservon prigioni,
    li picchiano a sangue, li uccidon con dardi.
    Per lor sono codardi!

    Son obiettori disposti a pagare
    con la libertà o col soffio vitale
    il rifiuto d’unirsi a una folla smarrita
    nello spargere sangue fratricida

    Aiuta chi condivise il lor pensiero
    operando per proteggerli
    senza trovar il coraggio
    di dire no a quell’oltraggio

    Dà ai loro figli l’intelletto
    che li spinga a ripudiar la guerra.
    Ricordati in quel giorno quei padri
    che ora son sotto terra.

    Attendiamo il tuo “meteorite”
    che si stacchi dal monte del Cielo
    per colpire il piede guerrafondaio
    e cancellare ogni guerra e il suo pensiero

    Ascolta, o mio Dio, la mia preghiera.
    L’affido a colui che c’insegna l’amore,
    al tuo amato Portavoce,
    al Messia “Principe di Pace”

    Vitaliano Vagnini

  6. Vitaliano says:

    LA GUERRA

    Quell’odio fratricida di Caino,
    Pose la base per la guerra,
    Trasformando l’uomo in assassino
    Mentre sparge sangue in terra.

    Desideroso d’essere esaltato
    Non padroneggiò ira e gelosia.
    Verso quel suo fratello odiato,
    E si trasformò in venefica alchimia.

    Le ideologie perverse e immonde,
    Ramificate nel pensiero umano,
    Come cancrena si diffonde,
    Con l’omelia del Clero e del Sovrano.

    Per la volontà di non voler amare
    E per l’ingorda avidità umana,
    In terra, in cielo e in mare,
    L’uomo, come una belva, sbrana.

    La Guerra è sempre ingiusta,
    Perché non vince chi ha ragione,
    Ma chi rende l’altrui vita angusta
    Con la forza e l’oppressione

    Seguendo la legge del più forte
    E calpestando principi universali
    Dispensa solo sofferenza e morte
    E non rende gli uomini uguali

    L’uomo, esaltando la ragion di stato,
    I miti della razza e pur l’economia,
    È disposto ad essere ammazzato
    In nome di una puerile ideologia

    Chiudono la bocca al Dialogo,
    Sordomuta resta la Diplomazia,
    Corrono a sostener la Guerra
    Lo stratega, la Scienza e la Tecnologia.

    Per quella chiamata “Santa”, oppur “Civile”,
    Nonché “d’Indipendenza” o per la “Libertà”
    La Guerra è più sporca di un porcile,
    Giustificata sempre da grandi falsità.

    Dicendo che, col sangue nemico lavano,
    Le Colpe, le Offese e il Disonore,
    Quegli occhi pieni d’odio non vedono
    Il sudiciume di tutto quell’ orrore

    Per placare le coscienze un prete benedice,
    La Bomba, i Cannoni ed il Soldato,
    E sull’altro fronte, un cappellano benedice,
    I morti che la bomba benedetta a provocato.

    I morti, per scrupolo morale e religioso,
    Con un eufemismo li chiamano: “Caduti”,
    Ma quei morti, per i capricci di un esoso,
    Furono prima ingannati e poi abbattuti.

    A volte fan più senso i vivi, anziché i morti,
    Che vagano con gli occhi volti al vuoto,
    Come corpi che dalle tombe son risorti,
    Nella vana ricerca di un paradiso ignoto.

    Fra il pianto della vedova e del bambino,
    Il milite cerca falsa gioia nel Bordello
    E la prostituta, in cambio del quattrino,
    Vende il suo corpo alla “Carne da macello”.

    Si diffondono mortali malattie veneree
    Disertano il lavoro agreste o di laboratorio
    Il mondo si riempie di lacere miserie
    E si trasforma in un tragico mortorio

    Questo è il sacrificio offerto sull’altare,
    Di quell’Iddio che il mito chiamò: Marte
    Per non voler agire con amore,
    Genera distruzione, lacrime e Morte.

    A fine Guerra, i vinti e i vincitori,
    Contano le vittime che vi han partecipato
    Chiedendosi se, da tutti quegli orrori,
    Qualche lezione l’uomo abbia imparato

    Uccidere chi uccide, per dimostrare,
    Che uccidere qualcuno sia sbagliato,
    Rimane assai difficile da spiegare
    Ad un popolo che si stima emancipato

    Assieme ai traumi, rimangono feriti,
    Il fisico, la mente, e pure il cuore
    Col dubbio, che i morti non siano serviti
    A debellar la Guerra, il cui spirito non muore

    Anche se finisse la guerra col nemico,
    Continuerà quella contro se stesso
    Se l’uomo della Vita non è amico
    E non ama gli altri come se stesso

    Al sangue di Abele, che grida ancora,
    S’aggiunge quello con cui scritta fu la Storia
    Di una civiltà che la vita disonora
    Perché si crede superior con la sua Bòria

    L’unica pace che la Guerra abbia portato,
    Sia la guerra di un Regno o di un Impero,
    Oppure quella del Magnate o del Papato,
    È solo la Pace che regna al Cimitero.

    Vitaliano Vagnini

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