Pianto antico

Giosuè Carducci

Immagine tratta dal libro: “Fiori sul sentiero: letture per la classe quarta elementare” di Pietro Caccialupi (Milano, La Prora, 1949).

Pianto antico

Leggiamo insieme: Pianto antico di Giosuè Carducci

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu, fior de la mia pianta
percossa e inaridita
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei nella terra fredda
sei nella terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.

Pianto anticoImmagine tratta dal libro: “Antologia poetica del fanciullo” di A. Dorico (Monza, Cartoccino, 1926) con illustrazioni di Antonio Rubino

 

Parafrasi di: Pianto antico di Giosuè Carducci

Quell’albero verso cui tu (quando eri in vita) allungavi
la tua piccola mano di bambino,
il melograno verde
e rigoglioso dai bei fiori rossi,
nel solitario e silenzioso giardino
tutto è rifiorito proprio ora,
nel mese di giugno
che lo nutre con luce e con calore.
Tu fiore della mia pianta (figlio)
tormentata e ormai inaridita,
tu, ultimo e unico fiore
della mia inutile vita
ora sei sepolto nella terra fredda,
sei sepolto nella terra nera,
e il sole non può più renderti felice,
così come l’amore (di chi è rimasto in vita) non può risvegliarti dalla morte.

 

Pianto antico

 

Note su: Pianto Antico di Giosuè Carducci

Pianto antico è, insieme a San Martino, una delle poesie più famose di Giosuè Carducci.

È contenuta nella raccolta Rime nuove ed è scritta in memoria del suo figlioletto più piccolo, di nome Dante, morto a soli 3 anni più o meno un anno prima che il poeta gli dedicasse questi teneri versi.

Il titolo, Pianto antico, rimanda a un dolore che è da sempre conosciuto dall’uomo, il dolore per la perdita di un figlio. Un dolore di per sé inaccettabile e incomprensibile, anche se appunto ben noto fin dall’antichità, da sempre…

Il testo della poesia mette poi in forte contrapposizione la vita e la morte.
Le prime due strofe contengono infatti immagini luminose e vitali (vermigli fior, rinverdì, luce e calor), mentre la terza e la quarta strofa sono più cupe e tristi (inaridita, fredda, negra).

All’inizio il poeta racconta il risveglio del suo giardino, descrive i colori della primavera, poi improvvisamente contrappone la tristezza della morte, la tragedia di un padre che neppure col suo grande amore può risvegliare il figlioletto.

Analizzando approfonditamente il testo, si nota che già nelle prime due strofe il poeta dà un’idea di tragedia imminente, utilizzando per esempio la parola solingo che già ci fa capire che il bel giardino fiorito è in realtà silenzioso, troppo silenzioso. Perché manca la voce allegra del figlioletto.

La poesia comunque non è solamente autobiografica, perché la tematica della morte come fine di ogni speranza è descritta dal Carducci come comune ad ogni uomo e contrapposta alla natura che invece risorge ogni anno in primavera.

 

Curiosità su: Pianto antico di Giosuè Carducci

Invece di commuoversi di fronte a questa straziante poesia che racconta della perdita del figlioletto del poeta, Dante, gli scolari ripetono spesso questo indovinello:

“Quanti figli aveva Carducci?”.
E la risposta: “12: 6 nella terra fredda e 6 nella terra negra”.

 

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