Ranocchina cerca uno sposo

Pubblicato il 23 Mag 2025

Jolanda Colombini Monti - Illustrazioni di Mariapia (Maria Pia Franzoni Tomba) - Editrice Piccoli - Milano

Dice Mammina
Ranocchia ai bambini:
“Da questa mattina,
miei cari girini,

la coda dovrete
lasciare perché
ranocchi verrete
al pari di me”.

Il tempo, bambina,
va sempre di fretta:
È già, Ranocchina,
una signorinetta.

Verdello la vede
leggiadra, graziosa,
e a Mamma ora chiede
di farla sua sposa.

Balzando dall’onde,
ferita d’orgoglio,
la figlia risponde:
“Ranocchi non voglio!

Tenetelo a mente :
Chi sposerà me
sarà solamente
o un principe o un re!”.

Va dietro a ranetta
un rospo, per via;
le dice: “Permetta,
le fo’ compagnia…”.

“Tu osi parlare
rospaccio, con me?
Va altrove a cercare
chi è degna di te”.

Parrebbe… si dice…
che vive un gran te
nel regno felice
di Cocco co dé.

Dal nascer del sole
ranetta è in cammino:
conoscerlo vuole,
vederlo vicino.

“O grande, potente,
magnifico Re!
M’inchino umilmente!”.
“!Su parla! Che c’è?”.

“Son bella e carina…
Tu puoi giudicare…
Di farmi regina
ti vengo a pregare!…”.

“Ranocchia, sei pazza?
Sposarti? Giammai!
Tu sei d’altra razza,
per me, no, non fai!”.

Cò… Cò… le galline
la voglion beccare…
Ranetta alla fine
costretta è a scappare.

“O mamma, mammina!
perdonami tu!
Son stata sciocchina!
Non lo sarò più!

Non voglio pensare
più a principi o re,
ma solo sposare
chi è buono con me”.

Tra fiori ed evviva,
nel giorno più bello,
ranetta giuliva
dà il braccio a Verdello.

Fra sé dice intanto:
“Nel mondo conviene
sposare soltanto
chi è onesto e vuol bene!”.